Al Pan in mostra l’estro pop di Esteban Villalta Marzi
Mario Caldara
– Arte in chiave pop al Palazzo delle Arti di Napoli. Esteban Villalta Marzi ha creato un “universo artistico” dal carattere forte, marcato, che rimane impresso nell’immaginario. Come ogni artista dalla personalità unica, egli dà vita a un suo stile, mescolando elementi che per alcuni potrebbero sembrare inconciliabili, ricavando una miscela del tutto nuova, inedita. Il mondo di questo straordinario artista, unico nel suo genere, sarà in mostra dal 7 settembre, fino al 3 ottobre, al Palazzo delle Arti di Napoli. L’esposizione delle opere di EVM (acronimo di Villalta Marzi) porterà il nome “C(h)arácter Pop”, a cura di Gianluca Marziani, promossa dall’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, in collaborazione con l’Istituto Cervantes di Napoli. Nel momento in cui il sipario sarà alzato, si scaverà a fondo nel mondo di Villalta Marzi, una dimensione fatta di cicli, tutti collegati tra di loro, che si influenzano continuamente. L’universo pittorico creato è quello della New Pop Art, la corrente di cui l’artista è massimo esponente e che dagli anni Ottanta rigenera la Pop Art nel profondo della sua estetica, come mezzo di riflessione circa l’attualità e tutte le sue sfaccettature, da quelle politiche a quelle sociali. La sua carriera è scandita da diversi periodi, partendo da Graffitissimi, ciclo d’esordio, caratterizzato da graffiti pittorici, Espressionismo Feroce, in cui si riscontra la forte influenza di Parigi, città in cui risiedeva, o Gestualità Pop, che fa delle mani le protagoniste, in contesti legati a gesti quotidiani. Altri cicli sono Blood Runner, Supereroi, Ice Guys e Boys and Girls, in cui Villalta Marzi prende la cultura spagnola, le icone pop americane o i manga, utilizzando tutto per un suo preciso scopo in base alla sua personale visione di arte. Ed è così che ci si trova di fronte a “toreri cattivi” (i Toreros Malevos), ballerine di flamenco, o personaggi come Hulk accanto a una ballerina e Batman impegnato a ballare il flamenco. Questi ultimi sono presi dai loro contesti originari per poi ritrovarsi apparentemente in situazioni a loro estranee, ma dalle quali riaffiorano personalità e impatto visivo. Dalla mostra, che racchiude quarant’anni di pittura, vengono a galla coerenza estetica e un carattere deciso dei soggetti. Un lungo percorso artistico omogeneo per delle tematiche forti e attuali che si evolvono ciclo dopo ciclo: la carriera di Esteban Villalta Marzi è una continua ricerca, in cui l’espressione va oltre gli standard o le convenzioni, non fermandosi ad alcuna barriera.
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