Caserta, a scuola di teatro con Il Pendolo di Antonio Iavazzo
Pietro Battarra
– “Da quasi venti anni esiste la Scuola di Teatro e Recitazione Il Pendolo, da me ideata e diretta e con sedi a Caserta e a Capua. Si tratta ormai di una realtà storica e consolidata ed è ritenuta una delle più accreditate iniziative in ambito pedagogico e formativo: artistico e professionale”. Così Antonio Iavazzo, attore e regista nonché ideatore della Scuola di teatro e recitazione che si prepara all’inaugurazione del nuovo anno accademico. L’appuntamento è per domani dalle 15 alle 19 presso il Sant’Antida per una lezione dimostrativa. Iavazzo continua: “Ci sarebbe da chiedersi il perché oggi un giovane (ma anche meno giovane) dovrebbe scegliere il teatro e l’arte per formarsi. Ed è una domanda giustificata dato che il training teatrale rappresenta un percorso davvero duro e selettivo. Le risposte possono essere tante. Nulla come il palcoscenico, infatti, e a determinati livelli, tempra l’animo, il corpo e lo spirito come un laboratorio dove tutti i sensi devono essere ri-svegliati e presenti. Come afferma Bogdanov, prestigioso esponente della Biomeccanica Teatrale di Mejerchol’d, l’attore deve essere un “superuomo”. E, difatti, aggiungo io, deve poter piangere quando la sua vita gli suggerirebbe il contrario, ridere quando vorrebbe piangere, avere memoria e senso assoluto della prossemica, possedere un grande senso del ritmo, saper entrare esattamente in un contesto recitativo calandosi in molteplici e complessissimi stati d’animo, eliminare e far cadere tutte le proprie abitudini e schemi, fisici e mentali, acquisire apertura e disponibilità verso l’ignoto e la creatività, deve interagire con un altri colleghi secondo precise regole teatrali e di regia, padroneggiare la salute psicofisica e reggere ad ogni sorta di afflizioni e malattie, e tanto tanto altro”. Quindi, conclude: “Inoltre la scena diventa, per chi la pratica anche come un rito e come scelta di vita, un modo assolutamente nobile di vivere l’esistenza nel profondo rispetto di sé e degli altri, trovando motivi concreti nella capacità di rinnovarsi e di dare un senso alla propria esistenza. Infatti, come scrive Eugenio Barba, Lo so, il teatro è un granello di sabbia nel vortice della storia e non cambia il mondo. Ma cambia noi”.
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