Castel Morrone, la gara del solco esempio di land art popolare
– La Gara del Solco a Castel Morrone ha una tradizione molto antica quanto affascinante che si ripete anno dopo anno. La notte del 7 settembre i solchi verranno illuminati e saranno visibili dall’alto di Monte Castello dove, in occasione di questo rituale, il Popolo Vascio, gruppo musicale popolare, suonerà sul sagrato della chiesa pronto ad accogliere gli amanti delle danze popolari. Il programma della manifestazione si avvale graficamente di un’opera di Giovanni Tariello, l’artista morronese che ha sempre studiato e rielaborato in pittura e in scultura le tradizioni contadine e i rituali della terra, con un’interpretazione ai limiti della land art.
La gara del solco a Castel Morrone affonda le sue radici nella cultura contadina. Risale probabilmente all’epoca romana, quando era consuetudine tracciare un solco votivo in direzione di un tempio dedicato a un dio o a una dea. Si tratta di un solco rituale collegato con la festività della patrona del paese, Maria Santissima della Misericordia.
Questa gara è un misto di sacro e profano, di rivalità civica e di affetto devozionale, ma soprattutto è una gara di abilità contadina nel tirare il solco più dritto e più profondo.
Il solco parte dalle colline circostanti, attraversa boschi, vallate e campagne. Quando si incontra un ostacolo sul cammino (una siepe, una casa), il solco riprende dall’altro lato. Anche i campi coltivati vengono attraversati senza alcun problema. Il giorno della festa (8 settembre) una commissione, composta da tecnici, cultori di tradizioni popolari e anziani contadini, si reca sul monte e decreta la vittoria al miglior solco che deve rispondere ai seguenti requisiti: linearità, lunghezza, difficoltà incontrate nel percorso, visibilità e spettacolarità.
Fino a qualche anno fa i solchi venivano tracciati con l’aratro dai buoi, ma, negli ultimi anni, venendo a mancare questi ultimi, si fa ricorso a mezzi agricoli meccanici. D’altra parte anche i contadini si vanno estinguendo per la mutata economia del paese. Rimane, però, intatta la rivalità tra le singole squadre e le frazioni del paese ed è questo elemento, insieme con l’atto devozionale, a perpetuare questo rito. Pertanto, anche se i componenti delle squadre sono impegnati in altre attività non agricole, durante il periodo della tracciatura del solco trovano sempre il tempo per lasciare le proprie attività lavorative e dedicarsi interamente alla gara.
Le donne per lungo tempo hanno avuto un ruolo marginale nell’opera di preparazione dei solchi, ma questo è il secondo anno che partecipano con una loro squadra: “Le donne fanno sempre storia”.
Il solco, disciplinato da un regolamento, negli ultimi anni ha trovato nuova linfa e vigore, vuoi per la partecipazione alla gara di giovani e giovanissimi, spesso figli e nipoti di vecchi tracciatori di solchi, vuoi per il nuovo impulso che è stato dato alla gara, con la sua promozione al di fuori dei confini del paese, in ambito provinciale prima, regionale poi. E ciò anche con l’ausilio di sponsor pienamente coscienti dell’importanza della valorizzazione di questo evento.
L’esigenza di relazionare all’esterno la tradizione del solco è stata avvertita dall’attuale amministrazione comunale, perché il suo mantenimento in vita costituisce elemento singolare di una cultura, quella contadina, che, seppure evolutasi, mantiene inalterate le sue connotazioni fondamentali, sfuggendo, così, ad un’omologazione degli eventi culturali in tutte le realtà, comprese quelle di chiara impronta rurale. La sua valorizzazione trova, quindi, la necessaria esigenza per mantenere inalterata la tradizione.
Negli ultimi anni, l’illuminazione notturna dei solchi con delle fiaccole poste lungo il tragitto, se da un lato ha contaminato la tradizione, dall’altro ne ha notevolmente innalzata la spettacolarità, permettendo l’osservazione dei solchi anche la notte. Questo elemento, unitamente alla tracciatura dei solchi con mezzi meccanici, rappresenta l’evoluzione che la gara ha subìto nel finire del secondo millennio.
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