Così piccola e fragile, ma sentimentale. Vite d’arte a Caserta
– «Una piccola storia fragile sentimentale». È questo il titolo della mostra inaugurata presso il Mac3, il Museo di arte contemporanea di Caserta in via Mazzini 16, nel Centro culturale Sant’Agostino. La collettiva propone opere dalla quadreria del Museo, partendo da alcune figure fondamentali di artisti che hanno iniziato la loro attività nel secondo Dopoguerra, fino ad arrivare alle ultime acquisizioni della collezione con le opere di esponenti delle ultime generazioni. All’opening con il sindaco Carlo Marino, anche l’assessora alla valorizzazione culturale Tiziana Petrillo.
Enzo Battarra sulle pagine nel Mattino scrive: “È quindi un viaggio, così come suggerisce il sottotitolo, nell’arte a Caserta da Antonio de Core e Crescenzo Del Vecchio alle immagini del terzo millennio. E si parte da un atto di omaggio a coloro che attraverso il lavoro artistico hanno scritto la storia del territorio casertano, come appunto de Core e Del Vecchio. Ma, oltre alle loro opere di pionieri di una rinnovata visione artistica, ci saranno anche le testimonianze di altri «rivoluzionari» degli anni Sessanta». In esposizione ci sono le opere di Andrea Sparaco e Gabriele Marino, dell’artista beneventano Antonio del Donno, Elena Gionti. Quindi, la generazione anni Settanta, rappresentata da Livio Marino Atellano, Giovanni Tariello, Paolo Ventriglia, Alessandro Del Gaudio e Antonello Tagliafierro. Cui fanno seguito temporalmente Carlo de Lucia, Mimmo Di Dio, Massimiliano Mirabella, Luigi Ambrosio, Lucio Ddt Art, Nicola Badia, Carmela Infante, Antonella Botticelli, Salvatore D’Imperio e Meredith Peters. E ancora, Sara Carusone e Federica Limongelli.
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