Divina Reggia, l’architettura italiana va sulle tracce di Dante
– “Divina sezione. L’architettura italiana per la Divina Commedia”, questo il titolo della mostra allestita nella sala degli Alabardieri e in quelle delle Guardie del corpo. Giovedì 8 marzo è il giorno dell’inaugurazione che sarà preceduta da una conferenza stampa alle ore 16 presso il Teatro di Corte. A curare la mostra sono Luca Molinari e Chiara Ingrosso del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università Vanvitelli.
Nella nota si legge: «La rappresentazione dei tre mondi attraversati da Dante all’interno della Divina Commedia ha appassionato per secoli artisti, illustratori e scienziati visionari. Da Botticelli a Galileo passando per Gustave Doré e Dalì, sono stati in tanti a cercare di riprodurre, attraverso potenti immagini, spazi, atmosfere e paesaggi dell’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. L’architetto razionalista Giuseppe Terragni è stato il primo a dare forma architettonica all’immaginario Dantesco attraverso il progetto mai costruito del Danteum a Roma, immaginando il viaggio ultraterreno come fosse un’esperienza spaziale oltre che spirituale, resa tangibile attraverso gli strumenti dell’architettura.
La mostra “Divina Sezione. L’architettura Italiana per la Divina Commedia”, ospitata come prima tappa, nel Marzo 2018, alla Reggia di Caserta, si propone di dare spazio a una visione contemporanea dell’escatologia dantesca, ospitando i disegni di oltre settanta architetti di diverse generazioni, che hanno creato una personale visione contemporanea dei mondi raccontati nella Divina Commedia. Autori come Francesco Venezia, Paolo Portoghesi, Cherubino Gambardella, Aimaro Isola, Francesco Librizzi, Andrea Branzi, Michele De Lucchi e Franco Purini sono solo alcuni degli architetti che hanno contribuito con disegni originali a questa sfida visiva e intellettuale. Il catalogo della mostra, prodotto da Skira, è arricchito da contributi critici del dantista Riccardo Bruscagli oltre che di una serie di saggi di Alfonso Gambardella, Chiara Ingrosso, Simona Ottieri e Luca Molinari. La relazione visiva e concettuale tra l’immaginario tradizionale dantesco e una sua interpretazione attuale viene utilizzata come spunto per una riflessione più ampia che guarda al complesso e mutevole confronto tra racconto e immagine, filtrata attraverso visioni potenti e originali che riflettono sulla fragile natura del mondo contemporaneo riletto attraverso gli occhi di Dante».
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