“Malditerra”, il debutto teatrale degli attori di Officina Teatro
Marco Cutillo
– Quante probabilità ci sono che un gruppo teatrale di trenta persone, alla sua prima esperienza, recitando un testo in dialetto, su un palco di piccole dimensioni, riesca ad emozionare fino a far bagnare le palpebre? Molte, se il gruppo in questione è diretto da Michele Pagano. “Malditerra” è il titolo dello spettacolo andato in scena sabato 22 giugno, all’Officina Teatro. Partendo dal testo della “Tempesta” di Shakespeare e dalla sua riscrittura fatta da Eduardo De Filippo, Michele Pagano ha revisionato il tutto. Inoltre ha amplificato le suggestioni, inserendo alcuni temi topici dei sonetti dell’autore elisabettiano per eccellenza. Quasi un collage di concetti dalla fattura dinamica ed emozionante.
Lo spettacolo si è svolto nel tempo di un viaggio della speranza. Gli spettatori hanno visto la nave salpare, ma non sono riusciti a vederla ormeggiare. A turno, tutti i passeggeri hanno dato vita ai loro rimorsi, rimpianti, preoccupazioni e hanno sperato di poter raggiungere “l’altra parte”. Una terra in cui i loro sogni sarebbero potuti avverarsi. Ma sarà proprio uno dei passeggeri a riportare i suoi compagni con i piedi per terra. Come la voce della coscienza, gli ricorderà che non esistono terre senza tempesta, in cui la vita procede calma e sicura.
La scenografia, i giochi di luci e i movimenti corali hanno amplificato il potenziale emotivo della rappresentazione, rendendo lo spettatore inquieto partecipante di un dramma comune a tutti gli uomini. L’insistente ricerca di una felicità lontana, dovuta al mancato ascolto della propria voce interiore. Voce che ci invita a ricercare quella stessa felicità dentro noi stessi.
E non è questa una metafora del teatro? Un gruppo di adulti che sceglie di compiere un viaggio verso la recitazione per essere sé stessi più di quanto non lo fossero già. Chissà, forse è solo una suggestione.
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