Al Neuromed la medicina rigenerativa viene in soccorso agli arti dei diabetici
Una delle principali complicazioni a cui possono andare incontro i pazienti diabetici è la graduale perdita di vascolarizzazione degli arti. I vasi sanguigni sono danneggiati dalla malattia, il sangue non rifornisce più a sufficienza i tessuti, e in un certo numero di casi è inevitabile l’amputazione. L’impegno della medicina è quindi quello di ricostruire il flusso sanguigno, un processo chiamato rivascolarizzazione. Ora, nell’Irccs Neuromed di Pozzilli, alle procedure standard di ricostituzione dei vasi sanguigni è stata affiancata una metodica innovativa di medicina rigenerativa che utilizza cellule staminali, cioè non ancora completamente specializzate nel formare un particolare tessuto, prelevate dal paziente stesso. Il primo intervento è stato eseguito con successo nei giorni scorsi.
“Ciò che abbiamo usato – spiegano il professor Francesco Pompeo, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare, e la dottoressa Alba Di Pardo – sono cellule staminali mesenchimali. Si parte dal tessuto adiposo del paziente, che ne è particolarmente ricco. Poi si effettua una specifica azione di filtraggio. A questo punto, contemporaneamente alle normali procedure di chirurgia vascolare, si esegue un’infiltrazione del preparato nei muscoli dell’arto, lungo il decorso delle arterie tibiali”.
Ci si aspetta che le staminali “riconoscano” l’ambiente in cui sono finite e si specializzino. “Le staminali – continua Di Pardo – sono cellule molto adattabili, come sappiamo. Una volta arrivate in un particolare tessuto, possono specializzarsi in base a ciò che trovano attorno a loro. Nel nostro caso puntiamo alla loro trasformazione in cellule endoteliali, quelle che costituiscono la parete interna dei vasi sanguigni, necessari per una rivascolarizzazione ”.
Le caratteristiche principali di questo metodo sono che le cellule non vengono manipolate in alcun modo, mentre le operazioni di prelievo dal paziente e di reimmissione nell’arto da curare sono particolarmente semplificate. “E’ una metodica – commenta Pompeo – che ci permette di ampliare molto le nostre prospettive di intervento sugli arti dei pazienti diabetici. La chirurgia vascolare ha così trovato un alleato che permetterà di effettuare, in una sola seduta, interventi più efficaci con la prospettiva di salvare molti arti altrimenti destinati all’amputazione e migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti”.
Fonte: Comunicato stampa
About author
You might also like
Solidago, il nuovo disco di Livio Cori su tutte le piattaforme
-Il nuovo singolo del cantante Livio Cori, fuori lo scorso 16 dicembre su tutte le piattaforme digitali, singolo che anticipa l’uscita del suo terzo EP “Solidago” venerdì 13 gennaio. SULO
“Di un Ulisse, di una Penelope”, va in scena il libro… Lucente
(Enzo Battarra) La fortuna di chiamarsi Lucente e avere sempre un sorriso luminoso sul volto, l’affabilità come prima regola umama. Marilena, scrittrice pugliese trapiantata a Caserta, è così, semplice nei
Gli occhi di Claudio, la onlus che volge lo sguardo agli invisibili
Alessandra D’alessandro – «Pochi in questo periodo storico hanno la possibilità di vivere in serenità. La pandemia ha tolto il diritto al lavoro, e se si aggiunge questo al numero