Al Piccolo di Caserta “Visite”, insoliti incontri ravvicinati
(Redazione cultura) – Torna la prosa al Piccolo Teatro di Caserta, il Cts di via Louis Pasteur 6 in zona Centurano. “Visite” è lo spettacolo di questo week-end con appuntamenti sabato 18 alle ore 21 e domenica alle 19.
La pièce teatrale – si legge nella nota diffusa alla stampa – prende vita grazie alla regia di Niko Mucci, che ha diretto i due attori protagonisti Roberto Cardone e Marcella Vitiello. “Visite” è tratto da un’opera di Vargas Llosa in cui il solo dialogo tra due personaggi controversi e misteriosi riesce ad aprire diverse dimensioni temporali ed emozionali, creando un intreccio di storie, colpi di scena e relazioni visive. Due soli personaggi e un abile, intrigante gioco di identità. Perché, come l’autore vuole far intendere, chiunque può essere chiunque e, soprattutto, chiunque può immaginare di essere chiunque.
Si è a Londra in un prestigioso hotel cittadino. Cico, un ricco uomo d’affari, è nella sua stanza. Apre la porta a una donna. Lei è Raquel. Dice di essere la sorella del suo antico amico Paulo. Una donna piacente e affascinante che giunge improvvisamente. Cico e Paulo erano stati grandissimi amici. Si erano conosciuti a scuola e per anni avevano condiviso la loro vita. Poi un episodio, un pugno sferrato da Cico a Paulo, li aveva allontanati, senza una parola, senza riconciliazione. Trentacinque anni di nulla e poi l’arrivo di Raquel. Sorella del suo amico. Ma Cico non l’ha mai vista, non ha mai sentito parlare di lei, non ha mai saputo che esistesse. Chi è? Lei conosce dettagli essenziali del rapporto di amicizia tra Cico e Paulo. Descrive parole, luoghi, ricordi. Troppi. Dice di averli appresi da suo fratell,o ma Cico non sa crederle: “Non me la bevo! Anzi, guarda: non credo a una sola parola di quello che hai detto. Ho molti difetti, ma non sono fesso. Non è facile raccontarmela, te lo assicuro”.
La verità. Ecco cosa vuole Cico. Perché quella donna è lì, davanti a lui? Perché gli sta raccontando tutte quelle storie? Poi l’uomo capisce da sé. Ci sono pause di disagio, rimandi di confessioni, ricordi, lettere mai spedite e rimproveri. Poi una musica sentimentale, come un’apertura nuova, immaginifica. Il teatro è moltiplicazione di tempi, di finzioni. Anche se apparentemente verosimili. Senza dubbio la scena teatrale è lo spazio privilegiato per rappresentare la magia di cui è intessuta anche la vita della gente: quell’altra vita che si inventa perché non si può viverla davvero, ma solo sognarla grazie alle splendide menzogne della finzione.
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