Alla Parthenope a ragionar dell’amore e di altri demoni
(Mario Caldara) – L’amore. Una parola così piccola che racchiude un mondo sconfinato, complesso, pieno di sfumature. L’amore. Se si volesse dare una definizione unica, che dia pienamente l’idea di cosa sia davvero l’amore, sarebbe con ogni probabilità più facile scalare una montagna in condizioni impossibili. L’amore, quello sano, è identificabile in tante cose, che, agli occhi di ognuno di noi, possono apparire in modi differenti e personali. L’amore è uno sguardo, è ridere insieme, è un bacio inaspettato, è spogliarsi di quell’abito di diffidenza di cui ci si veste, è paura, è voler leggere l’anima dell’altro, è rischio, formazione, crescita. L’amore è tutto questo e molto di più. Uno dei sentimenti più radicati nell’essere umano, ciò con cui quest’ultimo convive quotidianamente e di cui spesso ha più paura. Una grande contraddizione, dettata dalle emozioni che, in quanto tali, sono causa di una profonda instabilità dell’animo umano. E, in fondo, è così: quando si ama, almeno agli inizi, nemmeno ci si rende conto di ciò che sta accadendo, ci si sente instabili, insicuri, investiti di una forza nuova che solo col tempo troverà una sua identità. Insomma, l’amore ha mille e più sfaccettature. Non è scontato, non è mai uguale, non segue canoni, non ha regole. Proprio per questo, proprio perché va contro qualsiasi tipo di schema, non ci si dovrebbe meravigliare dinanzi al fatto che sia oggetto di studi approfonditi. All’Università Parthenope di Napoli il 25 gennaio nella sede di via Acton si rifletterà sull’amore, se ne parlerà per avvicinarsi – verbalmente – al suo concetto, alla sua essenza. “Ragionar d’amore”, il titolo eloquente dell’evento, propone una sfida davanti a sé: tentare di analizzare con raziocinio l’irrazionale. Esiste un modo per imparare o re-imparare ad amare? Come affrontare le diverse facce con cui l’amore si presenta durante le varie fasi della vita? Come affrontare un nuovo cammino amoroso o la rottura di una storia passata? E cosa si può dire di quelle storie “velenose”, quelle che consumano o che, addirittura, portano a tragedie? Grazie al contributo di esperti (intellettuali, scrittori, scienziati, giuristi), si svilupperanno riflessioni culturali ed educative, tendenti ad aumentare consapevolezza di sé e di ciò che si ha intorno, a saper amare se stessi prima ancora che qualcun altro, a cercare un antidoto concreto al degenerare di certe relazioni, che d’amore non hanno nulla, al sessismo, all’autodistruzione e a uno dei mali contro cui si sta cercando di sensibilizzare la gente, il femminicidio. L’evento sarà introdotto da Maria Luisa Iavarone e proseguirà con diverse letture (tratte da La biochimica dell’amore, Terapia di coppia per amanti e L’amore è eterno finché non risponde) e con interventi di esperti (il professor Raffaele Porta, lo scrittore, giornalista e sceneggiatore Diego de Silva, la scrittrice e avvocato Ester Viola). Al dibattito parteciperanno anche Franco Salvatore, Alba de Felice, Francesca Marone, Dario Luongo, Raffaele Felaco. Non mancherà l’accompagnamento musicale (Tsvetanka Asatryan al violino, Tina Pugliese al violoncello), che saprà senz’altro evocare ricordi d’amore, rendendo dolce l’atmosfera, come solo gli strumenti ad arco sanno fare.
“E se l’amore bussasse alla porta, sporco e irriconoscibile, avresti il coraggio di farlo entrare?”.
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