Ateneo Vanvitelli, il mondo arbitrale protagonista a Giurisprudenza

Ateneo Vanvitelli, il mondo arbitrale protagonista a Giurisprudenza

(Comunicato stampa) -«L’arbitro deve avere buon senso, che va acquisito non solo sul rettangolo di gioco e durante gli allenamenti, ma anche insegnato: i giuristi possono contribuire alla formazione dei giovani fischietti attraverso protocolli, anche casistici». Al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Santa Maria Capua Vetere si è discusso del mondo arbitrale e del ruolo che i fischietti rivestono nella società, in occasione del convegno “Le libertà al fischietto: il ruolo dell’arbitro di calcio nella prevenzione e repressione delle discriminazioni”. Tra i relatori anche l’arbitro internazionale – e avvocato – Federico La Penna, che ha diretto la partita Napoli-Cagliari del quarto scudetto.

«Il nostro ruolo si è evoluto nel tempo ed è oggi molto più ampio – ha dichiarato La Penna –. Dobbiamo far rispettare le decisioni che prendiamo anche attraverso i nostri comportamenti. Mi è capitato di sospendere partite per episodi di discriminazione territoriale o etnica: sono tematiche che coinvolgono noi arbitri a 360 gradi».

L’incontro è stato aperto dai saluti istituzionali di Raffaele Picaro, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, e di Giulio Sodano, Direttore del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali, ed è stato introdotto dal prof. Antonio Fuccillo, Direttore del Centro di ricerca “Osservatorio su enti religiosi, patrimonio ecclesiastico e organizzazioni non profit”.

«L’arbitro svolge un ruolo estremamente delicato – ha dichiarato Fuccillo – e ci piace reinterpretarne la figura come una grande agenzia interculturale, capace di unire, durante lo spettacolo del calcio, persone di culture, etnie e religioni differenti».

La giornata ha rappresentato un momento di riflessione accademica e istituzionale sul ruolo cruciale degli arbitri di calcio, non solo garanti delle regole sportive, ma anche dei principi di equità, inclusione e rispetto.

Il prof. Giulio Sodano ha sottolineato come «il calcio, fenomeno di massa e catalizzatore dell’attenzione collettiva, diventa talvolta – suo malgrado – teatro di comportamenti distorti come la discriminazione. Gli arbitri, al centro di questo scenario, non possono più limitarsi a gestire il gioco: sono chiamati a un ruolo più ampio, sociale e simbolico».

Tra gli ospiti di rilievo, Antonio Zappi, presidente dell’AIA, e Claudio Gavillucci, ex arbitro noto per il suo impegno contro il razzismo, hanno offerto testimonianze dirette sulla crescente complessità del ruolo arbitrale. Il prof. Guido Clemente di San Luca ha invece illustrato il quadro normativo che fonda la “giuridicità” dell’attività arbitrale.

L’incontro, moderato dal giornalista RAI Emiliano Mancuso, si è rivelato un’importante occasione per ribadire il valore civile del calcio e, in particolare, dell’arbitro come presidio di legalità e promotore attivo di una cultura sportiva libera da ogni forma di discriminazione.

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