“Caruso Vive”, è il tributo del Trianon Viviani al mitico tenore
– «Caruso Vive» è la serata-evento dedicata al grande tenore partenopeo. L’iniziativa stasera alle 21 al Trianon Viviani nel giorno del centenario della scomparsa. Per favorire la più ampia partecipazione a questo omaggio al maggiore tenore del Novecento, mito delle tante comunità italiane all’estero, il teatro della Canzone napoletana ha programmato la diretta web dello spettacolo sul sito istituzionale teatrotrianon.org, collegato a Cultura Campania.
Questo portale della Regione Campania, raggiungibile al link cultura.regione.campania.it, è l’ecosistema digitale per la cultura che fornisce informazioni, tour virtuali, schede catalografiche, esperienze immersive e altri servizî multimediali legati alle attività e ai beni culturali presenti sul territorio regionale.
Il 2 agosto 1921, in una suite del grand hotel Vesuvio, moriva Enrico Caruso, registrato all’anagrafe come “Errico”. Per ricordarlo, Geppy Gleijeses ha curato e diretto un articolato racconto teatrale, che proprio nel teatro di Forcella, diretto artisticamente da Marisa Laurito, assume un significato particolare, essendo il Trianon Viviani prossimo ai luoghi dell’adolescenza e della gioventù del tenore: come l’oratorio di padre Giuseppe Bronzetti, in via Postica Maddalena, e il caffè dei Mannesi, all’angolo di via Duomo, dove si esibiva come posteggiatore.
«Per me che a 5 anni, nel 1960, ogni domenica dopo pranzo ero costretto a casa dei miei nonni paterni, nel “salottino d’ascolto”, insieme a genitori e parenti tutti, a sentire dal grammofono rigorosamente a tromba, su un gracchiante 78 giri, la voce del mito, è il coronamento del sogno di una vita», spiega Gleijeses.
«In questo “Caruso vive. Vita, morte e miracoli di Enrico Caruso nel centenario della scomparsa e la sua voce come non l’avete mai sentita” leggerò un testo del giornalista Luciano Giannini, “impressionista”, a pennellate, come ama definirlo, liberamente ispirato a due libri fondamentali su Caruso, Ridi Pagliaccio! di Francesco Canessa e Una vita una leggenda di Pietro Gargano – prosegue il regista e attore –; e anche attraverso questa lettura sfateremo la leggenda dei fischi al San Carlo: egli bissò Una furtiva lagrima, altro che fischi! E narreremo le sue gesta, vita, morte e miracoli».
Il testo rilegge la breve ma intensa parabola terrena di questo «archetipo del tenore pop», la voce più grande del secolo breve, la prima al mondo a superare, con un disco, un milione di copie vendute. Idolatrato dai contemporanei: Caruso fu tenore, ma anche musicista, disegnatore di deliziose caricature, pittore, scultore e poeta. «Non ho seguìto cadenzate sequenze di tempo e di luogo – precisa Giannini –, ma ho assecondato suggestioni personali, ispirandomi liberamente alle due migliori biografie in commercio, per ricostruire la figura di un artista e di un uomo che, dalle più umili origini, seppe elevarsi a un’arte eccelsa e, allo stesso tempo, popolare, dando lustro internazionale al melodramma italiano».
La lettura sarà contrappuntata da proiezioni di fotografie del tenore e dall’ascolto della sua voce, grazie al lavoro dei laboratori Abbey Rocchi, che hanno rimasterizzato e restaurato le incisioni originali. La serata si completerà con la conversazione informale di Gleijeses con Enrico Girardi, critico musicale del Corriere della Sera, e sarà aperta e chiusa dal tenore Gianluca Terranova, protagonista del fortunato biopic su Caruso di Raiuno, che, accompagnato al piano da Sergio La Stella, interpreterà alcuni cavalli di battaglia del repertorio del cantante partenopeo. Con la produzione di Gitiesse – Artisti riuniti, Caruso vive vede in locandina la direzione tecnica di Franco Grieco, le luci dell’artigiano Luigi Ascione e le forniture acustiche e foniche di Gelato equipment. La serata/evento Caruso vive è inserita nell’àmbito delle manifestazioni Enrico Caruso 1921/2021. La voce, il mito, promosse dalla Regione Campania.
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