Dolce&Salato. Gemellaggio ai fornelli italo-cinese e nuove intese
Redazione -L’ente di formazione Dolce&Salato di Maddaloni (Caserta) ha ospitato la scorsa settimana presso la propria sede sei rappresentanti della delegazione cinese del Guizhou Economic and Trade Vocational and Technical College di Duyun, tra i quali il suo presidente, nonché vice segretario del Partito Li Yuan Bo, la vice direttrice dell’Ufficio Affari Accademici You Jiang, il direttore del Dipartimento risorse umane e istruzione Wang Da Qing, il direttore dell’Ufficio Affari Docenti Zhang Hong Bo, la vice presidente del Dipartimento di Gestione del Turismo Tang Lin e il docente di Arti Culinarie del Dipartimento di Gestione del Turismo Zhou Wei. Nel gruppo anche Yang Li, docente di Amministrazione della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Popolo di Pechino, ma in rappresentanza dell’ufficio Agips in Cina. Sono state affrontate le opportunità di collaborazione per un progetto triennale enogastronomico voluto dal governo cinese rivolto agli studenti cinesi del Vocational College di Dayun, nella provincia cinese di Guizhou.
Il progetto è ideato e coordinato da Claudio Medugno, ambasciatore del Made in Italy in Londra e presente con la sua Azienda Cm Jobs Hospitality Recruitment Consulting Uk, e dalla presidente dell’Associazione Globale dell’Italia di Promozione Sociale di Londra Cao Shiping, con lo scopo primario di condividere le opportunità di collaborazione con la Dolce&Salato. A fare gli onori di casa proprio gli chef e fondatori della scuola Giuseppe Daddio e Aniello di Caprio. A testimonianza della qualità della proposta di collaborazione, gli ospiti sono stati accolti dal sindaco di Maddaloni Andrea De Filippo e dall’assessore all’Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo, attivamente impegnato nel sostenere le battaglie dei cittadini e nella valorizzazione del territorio.
Le parole di Giuseppe Daddio: «La scuola Dolce&Salato apre le porte all’Oriente. Da anni noi occidentali sposiamo la cultura della contaminazione soprattutto nell’utilizzo di spezie. Questo messaggio va verso una cultura salutare. Poi ci sono la tecnica, la disciplina e il rigore che hanno gli orientali. Lo abbiamo imparato già dai giapponesi. I cinesi, d’altronde, con la loro capacità e caparbietà, seguono le nostre azioni di una cucina mediterranea, fatta di una materia prima molto eterogenea». E aggiunge: «Siamo dunque riusciti a incuriosire anche i cinesi che vengono in Italia per apprendere non solo la cultura gastronomica ma anche le abitudini ai fornelli che noi spesso utilizziamo. È stata una esperienza fantastica. Sicuramente incontreremo questi docenti di scuole di gastronomia in Cina per insegnare poi ai giovani e futuri cuochi cinesi la cucina italiana e sicuramente campana».
Dopo il pranzo tipico partenopeo con i vari corner tra dolce e salato, nonché l’approfondimento delle attività didattiche da mettere in atto in futuro, il docente di Arti Culinarie del College cinese Zhou Wei ha provveduto alla dimostrazione di tre piatti tradizionali cinesi. Il primo è stato il famoso “gong bao ji ding”, pollo saltato con peperoncini, arachidi, cipolla d’inverno e altre verdure e spezie. Quindi, il manzo piccante con Houttuynia cordata, una pianta erbacea originaria del sud-est asiatico largamente usata sia in Cina che in Corea come rimedio medicinale. Infine, le polpette di “cui shao”, con ripieno di purè di patate, accompagnate da salsa piccante.
Non poteva mancare la visita al Mozzarella Lab presso il caseificio Il Casolare di Alvignano (Caserta) sulla filatura della mozzarella e degustazione del formaggio e ricotta di bufala campana dop e all’azienda vinicola “La Guardiense” di Guardia Sanframondi (Benevento).
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