È Pasquetta alla Reggia, Attilio Del Giudice la raccontava così
Maria Beatrice Crisci ph Nando Taccogna
– La Reggia interpreta la Reggia. Lunghe, lunghissime code anche stamattina, giorno di festa. È il lunedì in Albis, o se si preferisce il lunedì dell’Angelo, ovvero Pasquetta. Entrate contingentate per numeri e fasce orarie, e ciò in particolare per il Parco Reale. Un accorgimento preso per evitare la folla registrata negli anni precedenti la pandemia, specie durante il giorno di Pasquetta e in quelli successivi, quando il Parco veniva preso d’assalto e si verificavano episodi di inciviltà con ragazzi che si tuffavano nelle vasche e nelle fontane.
Al tempo dei reali le porte del Palazzo si aprivano e il magnifico parco veniva pacificamente invaso dalla gente del contado, felice di appropriarsi per un giorno di quel pezzo di paradiso terrestre. E la tradizione è continuata anche nei decenni successivi. Poi, e si potrebbe dire legittimamente, la consuetudine è stata interrotta. Non era possibile vandalizzare i giardini con atteggiamenti da scampagnata e con Super Santos che volavano nel cielo. Ma la pulsione ad andare in questo giorno verso la Reggia esiste ancora. E oggi che si vive un rinascimento del gioiello vanvitelliano l’attrazione è ancora più forte. Ecco perché anche stamattina c’è stata tantissima gente all’ingresso del monumento. E chi non è riuscito ad entrare si è accontentato, si fa per dire, dei campetti letteralmente presi d’assalto. E le foto ne sono una conferma.
Straordinaria la descrizione che Attilio Del Giudice, scrittore, artista e filmaker, un vanto per la città di Caserta, fa del lunedì in Albis al Parco della Reggia in “Fancy Meter”, realizzato prima come mediometraggio, con l’interpretazione da protagonista di un altro regista, Bruno Tramontano, poi pubblicato come racconto nel 1988. Questo il finale: “Cara Monica, non so dirti altro. Altro non conosco del mio destino. Oggi è lunedì, il lunedì successivo alla Pasqua, lunedì in Albis. Tanti anni fa si festeggiava questo giorno: nella nostra città, nel parco del Palazzo Reale, i contadini, gli operai, i borghesi venivano a migliaia. Si pranzava sull’erba, si cantava ed anche i vecchi saltellavano allegri al suono delle fisarmoniche. Tu eri bambina e, forse, non ricordi; questo accadeva tanti anni fa”.
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