Incontro tra donne, Italia Nostra ricorda Antonella Franzese
– Nel 2014 la sezione casertana di Italia Nostra dedicò la sede di via Colombo 36 a Caserta alla sua generosa attivista Antonella Franzese, improvvisamente scomparsa l’anno precedente. A dieci anni dalla morte, la onlus, che opera da oltre sessant’anni a livello nazionale a difesa della memoria e del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale, organizza un incontro commemorativo che abbia anche un’altra finalità: trovare nuovi sostenitori che possano raccogliere il testimone dell’impegno profuso per tanti anni dalla compianta Antonella.
L’incontro “Lieve come una farfalla, una donna” si aprirà con le melodie della “Pignataro’s Band” alias “Banda di Pignataro” composta da Ilaria al Piano, Mario e Giancarlo alle Chitarre, Pietro Graziano al Flauto e Annalaura Solono alla Voce e si concluderà con l’intervento del presidente Alessandro Manna di Slow Food Caserta. Il cuore della serata è rappresentato dalla partecipazione straordinaria di due artiste “venute da lontano”, Germaine Muller e Meredith Peters, che hanno accolto con entusiasmo l’invito di intervenire all’incontro con una loro opera dedicata alla donna, in senso lato, e ad Antonella, in particolare. Una sorta di dialogo tra gli interventi artistici delle pittrici e i disegni di Antonella. O, se si vuole, un incontro tra tre vite, tre universi, tre donne: “un’italiana, un’americana e una lussemburghese” come nelle barzellette. Un incontro, quindi, all’insegna di quella leggerezza calviniana che non poteva non concludersi con quel “rosso” che tanto piace: un buon Pallagrello, dal vitigno denominato “Piedimonte rosso” nella famosa Vigna del Ventaglio.
Antonella Franzese, architetto, docente di discipline tecniche, muore a 53 anni. Durante gli ultimi anni della sua vita insegna a Carinola presso la sede staccata del Liceo Artistico ubicata nella locale Casa Circondariale (di massima sicurezza, all’epoca): l’esperienza a contatto coi detenuti la toccano profondamente. Gentile e sempre disponibile, era sia cacciatrice che sentinella di bellezza. Passava dalla contemplazione estatica del suo panorama preferito (quello che, dal terrazzo di Villa Nuccia, parte dalla Corricella ed arriva al Vesuvio) al “prendersi cura” del prossimo con piccole buone azioni quotidiane (l’ultima il giorno della sua morte: l’espianto del suo cuore permise a qualcun altro di avere una rinnovata opportunità di vita). Soleva ripetere: “Chiunque conservi la capacità di cogliere la bellezza non diventerà mai vecchio.” (dalle “Metamorfosi” di Kafka).
Comunicato stampa
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