Ipotesi di un nuovo lockdown: è naturale sentire il disagio
Armando Rispoli (psicologo e psicoterapeuta)
– L’ ipotesi paventata negli ultimi giorni che potremmo dover affrontare un nuovo “confinamento” è certamente qualcosa carico di angoscia e di disturbo per gli equilibri psicologici sani e ancor di più per gli equilibri fragili. È assolutamente naturale sentire il disagio al solo pensiero di dover tornare a vivere giorni di incertezza, di noia, di preoccupazioni economiche, di ansia da limitazione della propria autonomia, di convivenze forzate.
Di fronte a quest’ipotesi entrano in campo due grandi dimensioni di funzionamento della mente: la resilienza e l’adattamento. Strumenti che tuttavia non sempre sono a disposizione di tutti con la stessa forza e con la stessa prontezza: sia le persone più vulnerabili che chi in genere reagisce in una modalità più resiliente potrebbero non riuscire ad accedere a queste risorse per motivi vari come ad esempio per la stanchezza dell’aver reagito e di star ancora reagendo alle conseguenze dello scorso lockdown. Un altro motivo per cui non è sempre facile vivere nuovi cambiamenti è che siamo esseri sociali e soprattutto in questo 2020 ci troviamo di stagione in stagione a vivere differenti fasi della vita, dove gli accadimenti personali, familiari, lavorativi, economici, relazionali assorbono a volte tanto le nostre energie psichiche o di chi è a noi caro.
È chiaro che nelle persone che non hanno le risorse disponibili necessarie aumenta di molto il bisogno di ricevere aiuto dalle istituzioni e dai servizi sul territorio ed è per questo che ad eempio il nostro Ordine degli Psicologi della Campania sta organizzando da diversi mesi un gruppo di lavoro sulla Psicologia dell’emergenza per pianificare una serie di interventi e attivare servizi di psicologia con l’obiettivo di contenere il fisiologico incremento del disagio.
D’altronde in un continuo confronto tra colleghi psicologi e psicoterapeuti abbiamo rilevato che dall’inizio della pandemia a oggi c’è stato un aumento generalizzato delle richieste di consultazione e aiuto sia negli studi privati che nei dipartimenti di salute mentale, registrando fenomeni di tendenza che partono da reazioni ansioso-depressive brevi arrivando a patologie psichiatriche più importanti e che destano maggiore preoccupazione.
Non tutti sono in grado di gestire lo stress psicologico e la paura creatisi, e la situazione attuale potrebbe portare a far peggiorare le condizioni patologiche pre-esistenti in pazienti già affetti da ansia, stress, insonnia, depressione e altro.
La regola primaria in tutti questi casi è solo ed esclusivamente una: non vergognarsi. Non vi è alcuna ragione di vergognarsi di parlarne apertamente, non vi è alcuna ragione per non chiedere aiuto e, soprattutto, non vi è alcuna ragione per sottostimare i campanelli di allarme e non vi è alcuna ragione di sminuire il problema, perché potrebbe innescare un effetto domino con effetti progressivamente gravi.
Oltre ai numeri regionali per richiedere supporto sull’assistenza prettamente medica per sintomatologia coronavirus–correlata, molte Regioni hanno messo a disposizione dei servizi di supporto psicologico aperti a chiunque dovesse presentare difficoltà psicologiche in questo periodo di emergenza.
Chi invece aveva intrapreso un percorso di supporto psicoterapeutico anche prima dell’emergenza, a seconda della disponibilità del proprio terapista di riferimento, può continuare a svolgere le sedute dal vivo ma anche a distanza, utilizzando anche, se non sono quelle preferenziali, le modalità online. Ma qualora una persona dovesse aver bisogno di supporto o sostegno psicologico immediato sono stati predisposti dei servizi gratuiti gestiti da personale specializzato. Sul sito dell’Ordine degli Psicologi www.psicamp.it è possibile conoscere le associazioni autorizzate a erogare questi servizi in maniera pronta e professionale.
Nel prossimo articolo approfondiremo le 10 regole per prendersi cura di sè degli altri durante la pandemia.
- Mantenere le relazioni sociali rimanendo a distanza.
- Impostare una routine
- Mantenere l’igiene personale
- Non saltare i pasti
- Rispettare e non sforare gli orari di Smart Working
- Dedicare tempo allo svago e alla creatività
- Pulire casa
- Esporsi almeno mezz’ora all’aria
- Ridurre l’autoesposizione ai telegiornali
- Chiedere aiuto utilizzando i numeri a disposizione.
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