La “calata” di Sant’Antonio, il protettore di Roccamonfina
-Nel corso di buona parte della giornata del 30 maggio, come da tradizione un ultimo martedì del mese, presso la cittadina di Roccamonfina in provincia di Caserta, si è svolta la discesa (localmente definita «Calata») del Santo protettore, Antonio da Padova, dal Santuario di Maria Santissima dei Lattani – dalla denominazione del monte su cui è sito – alla Chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore, nella centrale Piazza Nicola Amore. L’evento religioso e civile costituisce la prima parte della Festa Patronale del paese, che si conclude con la «Salita» di Sant’Antonio, percorso a ritroso che si sviluppa fra il tardo pomeriggio e la serata dell’ultima domenica di agosto. Da prassi, il programma della festa religiosa ha previsto una prima Celebrazione Eucaristica all’interno del Convento dei Lattani, alla presenza dei Frati Francescani Minori affidatari del Santuario, dei sacerdoti delle parrocchie di Roccamonfina e delle autorità civili e militari. Oltre ai fedeli, hanno contribuito a fare corpo attivo le confraternite locali e l’Associazione Cattolica di nuova fondazione. Al termine della funzione, si è verificato un simbolico passaggio di testimone: la statua lignea raffigurante Sant’Antonio è stata consegnata dai Frati alle autorità religiose e civili, così investite del compito di accompagnare il Santo, portato a spalla, alla volta di Roccamonfina centro. Rispetto a tale fase, variazione del rituale canonico è stata rappresentata dalla consegna della stola attestante la presa in carico di Sant’Antonio sulle gradinate antistanti il Convento anziché davanti al portone d’accesso.
Lungo il tragitto della scesa, una tappa significativa ha toccato la piazzetta della frazione Gallo. Quest’anno, la lettura di un comunicato relativo alle offerte che i devoti si propongono di devolvere in vista del prosieguo estivo dei festeggiamenti ha costituito motivo altresì per ricordare con uno striscione Corrado Tabellario, giovane roccano recentemente strappato alla vita da un incidente sul lavoro.
Una volta in prossimità del centro della cittadina, prima del consuetudinario giro di Piazza Nicola Amore e dell’ingresso nella Chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore pronta a ospitare l’effigie sacra, ha avuto luogo un altro momento denso di significati simbolici: la venuta giù da una decorata campana di carta appositamente allestita di un angelo, in segno di accoglienza a Sant’Antonio e di emblematico affidamento a quest’ultimo delle chiavi di Roccamonfina.
Lo svolgimento del rito è stato allietato dalle note della convocata banda musicale e animato dai ripetuti fuochi pirotecnici.In serata, la festa civile è stata chiusa dallo spettacolo realizzato dal gruppo di musica popolare «Alla Bua», scritto anche «Αλλα βυα» in grico.
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