La Rubrica. Linguaggio del corpo e comunicazione non verbale

La Rubrica. Linguaggio del corpo e comunicazione non verbale

Tiziana Barrella (immagini a cura di Eleana Zaza)

-Il corpo umano è come una vera e propria mappa geografica dove leggere su di sé e sugli altri chi siamo, quali sono le nostre problematiche, cosa stiamo vivendo in un determinato momento. Sul corpo è visibile il proprio vissuto ed il proprio presente ed osservarlo consente di realizzare un vero e proprio viaggio che parte dall’analisi della struttura del soma, del proprio comportamento o del modo di relazionarsi con il mondo esterno, fino ad approdare ad una maggiore conoscenza di se stessi e di chi ci circonda. Sul corpo vengono veicolate quindi informazioni di vario tipo che  un attento osservatore con i giusti strumenti, potrà certamente comprendere ed interpretare. La CNV consente di definire una relazione in atto, di arricchire di significato e il contenuto verbale, di contenere richieste indirette di comportamento, di comprendere in genere meglio la personalità ed il carattere di un individuo e pertanto il suo studio diviene un grande arricchimento per la persona.

Lo studio del linguaggio del corpo non è però recente come si può immaginare e si è sviluppato sia in Oriente che in Occidente in modi diversi. In Oriente la secolare medicina tradizionale cinese, analizzava la struttura del corpo ricavandone squilibri e patologie. Tali tecniche di osservazione sono valide ancora oggi e gli squilibri del corpo sono addirittura rilevabili attraverso moderni software ed apparecchiature. La camera di Kirlian, misura un particolare effetto ottico fotografico chiamato in fisica ”effetto corona”, cioè  un alone luminoso frutto della ionizzazione dei gas stimolati da un elevato campo elettrico.

Il TEM Test Energetic Meridian misura i 12 canali elettrici che attraversanoil corpo e chiamati Meridiani. Lo scompenso di un singolo circuito, influenza la vitalità stessa delle funzioni organiche e psichiche ad esso collegate. Ogni area del corpo quindi, secondo gli antichi studiosi orientali, sovrasta funzioni fisiche e biologiche molto diverse tra loro e leggere il corpo significa individuare anche i segnali che si riflettono inevitabilmente su di esso. Ogni organo, ogni dito della mano o piede è riconducibile ad una chiave di lettura specifica anche in termini psicosomatici, mente e corpo sono indissolubilmente collegate.

Tornando in occidente, già secoli fa, Platone (427 a.C.) sosteneva che quando l’anima si ammala anche il corpo cambia il suo aspetto; Aristotele (384 a.C.) nella Fisiognomica  affermava che quando l’anima è malinconica il corpo diviene languido e privo di colore; Ovidio ( 43 a.C.) forniva indicazioni precise su come il colorito acquisisse un pallore particolare in caso di invidia. Ma anche senza necessariamente scomodare gli autori classici, nel mondo dell’arte molti si adoperarono per descrivere il corpo umano e le emozioni che erano ben visibili sullo stesso. Leonardo Da Vinci (1452- 1519) Michelangelo (1475-1564), Van Gogh (1853-1890) e molti altri, hanno rappresentato in modo incisivo nelle loro opere i forti sentimenti che animano i loro personaggi. Leonardo sosteneva come sul corpo non erano solo visibili i tratti fondamentali indicativi del carattere di un individuo, ma i moti dell’animo – riferendosi alle emozioni – erano una reazione che sul corpo traspariva nitidamente.

Secondo lo psicologo statunitense Albert Mehrabian ( 1939 -?) studioso degli elementi comunicativi non verbali, la comunicazione umana avviene attraverso diverse forme: Il 7% della comunicazione umana è verbale ; il 38% della comunicazione è paraverbaleverbale – tono di voce, ritmo dell’eloquio, suoni emessi; il 55% della comunicazione umana e quindi la percentuale più ampia è non verbale -movimenti e gesti del corpo, sguardo, postura-

Quindi, appartiene allo studio della CNV tutto ciò che non passa attraverso l’uso delle parole: i movimenti del corpo, del volto e delle mani, la disposizione che i soggetti assumono nello spazio, le caratteristiche tonali, timbriche, ritmiche della voce e dell’eloquio, la gestualità in genere. L’osservatore dovrà quindi valutare vari più aspetti comunicativi per poter effettuare una corretta valutazione, osservare un singolo elemento può essere utile ma non potrà necessariamente fornire tutto quanto utile per una corretta disamina. Necessaria è quindi una visione di insieme che non escluda nessun elemento e che sia soprattutto scevra da pregiudizi! Benvenuto è invece l’intuito che dovrà però sempre essere suffragato da imprescindibili elementi conoscitivi.  Secondo lo schema evidenziato si osserverà quindi: La distanza fra un corpo e l’altro durante una conversazione; i movimenti che effettuiamo nello spazio; le espressioni e le microespressioni facciali che possono accompagnare un discorso o che si manifestano sul viso in base a ciò che stiamo ascoltando; come ci proponiamo al modo esterno attraverso il nostro modo di vestire, di acconciare i capelli, di utilizzare trucco o determinati accessori moda; la modalità con cui affrontiamo un discorso, il tono della nostra voce, i ritmi e le pause utilizzate; quali sono le posture più soventemente utilizzate ed il modo in cui entriamo in contatto fisico con il nostro interlocutore, cosa che certamente può variare da paese in paese e addirittura da regione in regione ed infine la tempistica con cui realizziamo date azioni, tutto ciò appartiene alla comunicazione non verbale.

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Tiziana Barrella
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Avvocato del Foro di Santa Maria Capua Vetere. Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Giuridico Italiano. Segue numerose attività formative per alcune Università italiane. Svolge docenza e formazione per enti pubblici, privati e università. Profiler e studiosa di criminologia e psicologia comportamentale, nonché specializzata già da anni, nello studio della comunicazione non verbale e del linguaggio del corpo, con una particolare attenzione rivolta al significato in chiave criminologica delle azioni eterolesive ed autolesive, necessarie per la redazione di un profiling.

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