L’amore e la merda, il romanzo sull’autismo di Demoulin
-Finalmente in libreria, edito dalla casa editrice Mincione il romanzo di Laurent Demoulin L’amore e la merda tradotto dal francese in lingua italiana da Thea Rimini, docente di lingua e letteratura italiana all’Università di Mons. L’edizione originale del romanzo, Robinson uscito con le edizioni Gallimard nel 2016, è stato insignito del prestigioso “Prix Rossel” nel 2017. Laurent Demoulin è un poeta belga riconosciuto dalla critica (si pensi alla raccolta Trop tard – premio Marcel Thiry 2009 o anche a Palimpseste insistant entrambe pubblicate con le edizioni Tétras Lyre rispettivamente nel 2007 e nel 2014), nonché uno stimato docente di letteratura francese presso l’università di Liege.
L’amore e la merda non si pone quale mera testimonianza sull’autismo essendo, innanzitutto, un
romanzo d’amore di un padre “autistico-no” che si rapporta con un figlio “autistico-sì”. Mirabile la non facile resa traduttiva del linguaggio ricco, poetico dalle espressioni, al contempo, eleganti, visive e sonore, la cui costruzione insolita e ricercata provoca una danza delicata che ritma il tempo e lo spazio della narrazione e della lettura. Attraverso questo romanzo il lettore sente questo amore dicotomico, felice e angosciato di un padre, drammaticamente cosciente che questo sentimento padre-figlio sia lui stesso “autistico-sì”. Robinson ha 10 anni e “non gioca mai con gli altri bambini” (p. 87), “Robinson non ha problemi. A volta si annoia, a volte brontola, a volte ha il mal di pancia. Ma per la maggior parte del tempo è allegro, in armonia, si sente bene con sé stesso ed è contento delle sue occupazioni. Non ha problemi. Ma è lui il problema. Nel mondo com’è adesso e come sta diventando ogni giorno di più” (p. 112). In una Liege minimalista che dopo Simenon raramente è stata evocata in un romanzo in maniera così delicata, il lettore segue questo narratore “autistico-no” nel suo quotidiano di professore universitario, un quotidiano in cui tutto ruota intorno a Robinson, contribuendo a definire l’autismo in maniera poetica: “contrariamente all’accezione comune del termine che definisce l’autismo come una forma di separazione dal mondo, di totale ripiegamento su sé stessi, io ritengo che si tratti di una forma di contaminazione del soggetto da parte del mondo esterno, una contaminazione disordinata, frammentata, assurda, priva di senso, una proliferazione folle di alterità non comprensibili. Cosa ci tiene a distanza dall’altro se non il linguaggio? Senza linguaggio, l’altro è ovunque: in noi, intorno a noi, attraverso di noi. Il ripiegamento autistico è una realtà seconda: è una protezione di fronte a questa invasione infinita” (pp. 78-79). Coraggiosa la scelta traduttiva ed editoriale di mantenere in lingua italiana quello che voleva essere il titolo originale del romanzo che, “suggellando gli stretti legami che intrecciano la Morte, l’Amore e la Merda” (p. 222), si pone quale meravigliosa riflessione sulla felicità, sulla modernità e sulla letteratura. Da leggere assolutamente.
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