Lavorare all’ombra, la nuova moda del Job shadowing
(Francesco Nacchia*)
– La lingua italiana è ben nota per la sua permeabilità verso le lingue straniere che da sempre, ed in particolare dagli anni ’80 a questa parte, hanno ‘arricchito’ in maniera più o meno discutibile il nostro repertorio lessicale. Da un lato la crescente aderenza a modelli estetici, scientifici e culturali globalizzanti di matrice statunitense e britannica, e dall’altro, l’evidente fiacchezza dei parlati, hanno permesso la penetrazione di termini di origine inglese con una maggiore facilità rispetto alle altre lingue. Tuttavia, il consolidamento degli anglicismi è favorito non solo dal loro attrattiva verso i parlanti, ma anche loro impiego all’interno di documenti governativi ufficiali.
Un recente caso è rappresentato dall’espressione job-shadowing, il cui primo utilizzo in inglese risale agli anni ’70 del secolo scorso per merito del giornale The Hartford Courant, e che viene generalmente intesa come “training, work experience, etc., which involves accompanying and observing a person at work for a short period in order to gain understanding of or receive training in such work” (oxforddictionaries.com). In Italia l’espressione ha fatto comparsa all’interno del paragrafo “competenze di lingua straniera” ed il rispettivo sottoparagrafo “contenuti chiave” del “piano nazionale di formazione del personale docente per gli anni scolastici 2016/2017, 2017/2018, 2018/2019” emanato tramite decreto MIUR n.797 del 19/10/2016 in cui si legge:
- “[…] È da programmare che ogni insegnante, di lingue e non, possa avere la possibilità – nel corso della sua carriera – di stage, visite di studio, permanenze all’estero, attività di job shadowing al fine di affinare le competenze linguistiche e interculturali.”
- “[…] mobilità transnazionale (stage, job shadowing, visite di studio, scambi e permanenze all’estero).”
Una semplice ricerca sul web testimonia l’utilizzo di espressioni composte da termini in lingua italiana quali osservazione in situazione di lavoro (presente all’interno della versione italiana della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 19/01/17), affiancamento lavorativo, o il più letterale lavoro ombra che sarebbero potute essere considerate alternative più appropriate ed accessibili rispetto all’espressione straniera. I puristi della lingua italiana avranno a che dire, ancora una volta.
*Dottorando di Ricerca in “Eurolinguaggi e Terminologie Specialistiche” (XXX ciclo) presso l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”
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