Luca Sorbo incontra Cesare Accetta, il signore della luce
Dalla seconda metà degli anni Ottanta inizia a lavorare anche per il cinema. Nel 1992 è impegnato nel film “Morte di un matematico napoletano” (1992) di Mario Martone, con cui lavora ancora nel 1995 per “L’amore molesto”. La sua ricerca lo conduce poi alla progettazione e realizzazione del disegno luci di spettacoli teatrali, a partire da “L’uomo, la bestia e la virtù”, diretto da Laura Angiulli nel 1995, e alla direzione della fotografia in ambito cinematografico, come in “I racconti di Vittoria”, diretto da Antonietta De Lillo nel 1995. Cura inoltre la fotografia delle riprese televisive degli spettacoli da lui seguiti come light designer. Tra questi “Delirio amoroso” per la regia di Silvio Soldini e “Luparella” di Giuseppe Bertolucci.
La mostra personale al PAN | Palazzo delle Arti Napoli “Dietro gli occhi”, a cura di Maria Savarese – che prende il titolo dall’omonima performance da lui ideata con Alessandra D’Elia e Andrea Renzi, e musiche dei Bisca, proposta alla Galleria Toledo di Napoli nel 1992, è un appassionante racconto di vent’anni di teatro di ricerca a Napoli attraverso fotografie e video tratti dal suo archivio, dal 1976 al 1996.
Nel 2010 Accetta è al Museo di Capodimonte con la personale “03-010!, titolo che si riferisce ai due anni, il 2003 e il 2010, in cui sono stati realizzati i tre lavori esposti.
Cura come lighting designer anche l’allestimento di mostre (Diego Velázquez al Museo di Capodimonte, Julian Schanbel alla Mostra d’Oltremare, “Grande Opera Italiana” a Castel Sant’Elmo; riallestimento alla Reggia di Caserta nel 2004 di Terrae Motus, oltre alle diverse mostre dedicate a Mimmo Paladino, con cui collabora anche in occasione del lungometraggio del 2006 “Qujote” e del cortometraggio del 2013 “Labyrinthus”, nonché di concerti e opere liriche in sedi prestigiose: Royal Opera House di Londra, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona, Rossini Opera Festival di Pesaro, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Comunale di Modena, Teatro Ponchielli di Cremona, Festival Pucciniano.
Numerosi i riconoscimenti che gli sono stati conferiti come direttore della fotografia per il cinema, fra cui la Grolla d’oro nel 2001, per “Chimera”, regia di Pappi Corsicato, l’Esposimetro d’oro nel 2002 per “L’inverno”, regia di Nina Di Majo, Ciak d’oro e Globo d’oro nel 2005 per “Il resto di niente, regia di Antonietta De Lillo.
Nel 2014 vince il premio ANCT (Associazione nazionale critici teatrali) come lighting designer per il teatro.
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