Marina Abramović, al San Carlo con 7 Deaths of Maria Callas

Marina Abramović, al San Carlo con 7 Deaths of Maria Callas

“Amo il San Carlo, amo Maria Callas e amo Napoli”, con queste parole Marina Abramovic apre la conferenza stampa che si è tenuta nel Foyer del Massimo napoletano.  Marina Abramović, per la prima volta al Teatro di San Carlo è protagonista di 7 Deaths of Maria Callas, opera di cui è autrice e interprete, dedicata all’indimenticabile soprano greco che ancora oggi affascina il pubblico di tutto il mondo.   Lo spettacolo, in prima nazionale, sarà in scena dal 13 al 15 maggio e si concentra su ciascuna delle morti “sul palco” della Callas che di volta in volta è Carmen, Floria Tosca, Desdemona, Lucia, Norma, Cio-Cio-San, Violetta Valery.

Marina Abramović, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha parlato del suo rapporto con il Lirico e la città. “Ho un sodalizio artistico molto consolidato con Napoli fin dagli anni ’70 – afferma la Abramović – , questa città mi ha sempre dato la possibilità di presentare lavori che sono diventati capisaldi della mia carriera. Quando è arrivato l’invito del San Carlo per 7 Deaths of Maria Callas mi sono sentita estremamente onorata e fortunata per l’importanza storica di questo Teatro.  Questo mio progetto a cui ho pensato per oltre venti anni, non poteva trovare casa migliore”.

Poi Marina Abramović, nel corso della  conferenza stampa , ha raccontato come è nata la sua passione per  Maria Callas: “La mia  storia con la Callas inizia molti anni fa, quando avevo14 anni sedevo nella cucina di mia nonna che aveva sempre la radio accesa: tra belle e cattive notizie, musica folk, musica classica, ad un certo punto ascolto una voce: ricordo di essermi alzata in piedi ed essermi messa a piangere. Non avevo idea di chi fosse quella voce, era una voce di donna e lo speaker disse che si trattava di Maria Callas. E’ stata la prima volta che l’ho ascoltata e ricordo la mia reazione di  profonda emozione a quel canto. E il resto è storia.  Più avanti ho trovato tante similarità tra la mia vita e la vita della Callas. Entrambe abbiamo avuto madri forti, estremamente ambiziose, che un po’ ci hanno rubato l’infanzia spingendoci verso la nostra carriera. E poi il suo grande sentimento per Onassis, il suo grande amore, fino alla morte di crepacuore. Nella mia vita è successo qualcosa di simile, il mio lavoro mi ha salvata. E’ per questo che ho voluto fare questo omaggio alla Callas, morta a soli 53 anni tragicamente come gran parte delle protagoniste donne delle opere da lei cantate”. 

Sul cambiamento intervenuto nelle sue performance nel tempo, dagli anni 70 ad oggi, Abramović ha sottolineato che “non c’è una sola Marina, perché tutti noi come esseri umani non siamo solo una entità, siamo fatti di tante anime ed è importante dare spazio alle tante parti che compongono il nostro io, la nostra personalità. Io potrei identificare quasi ‘tre Marina’: la Marina eroica, sprezzante del pericolo che si spinge ai limiti, la parte radicale di me; la Marina spirituale, che ama stare nei monasteri a meditare senza parlare con nessuno per periodi di tempo molto lunghi; la Marina incredibilmente curiosa di tutto ciò che non ha mai fatto prima, che vuole essere totalmente libera, che vuole fare qualsiasi cosa abbia voglia di fare in questa vita!”.

In riferimento alla guerra in Ucraina, Marina Abramović si è soffermata sul ruolo dell’artista che “ha la  responsabilità di partecipare attivamente a quel che accade nel mondo e prendere posizione. Dopo solo sei ore dallo scoppio della guerra – ha detto Abramovic– sono stata la prima artista a lanciare il mio messaggio di vicinanza completa all’Ucraina. Pochi mesi prima dello scoppio della guerra ho fatto un progetto per Babyn Yar, su richiesta di Zelensky che ha chiesto a degli artisti di commemorare l’olocausto del 43 e ho creato un grande muro nero lungo 40 metri con dei cristalli conficcati dentro e l’ho chiamato ‘Crystal Wall of crying’. Pochi mesi dopo l’inaugurazione la torre televisiva vicino a quell’installazione è stata bombardata, l’opera è rimasta intatta e se questo muro per miracolo resisterà alla guerra,  avrà la funzione di servire due memorie, la memoria dell’olocausto mondiale e quella della invasione russa di oggi”. 

Poi ha aggiunto: “Alla fine di ogni show chiedo sempre al pubblico di avere un pensiero per l’Ucraina”. Le fa eco il Sovrintendente Stéphane Lissner che ha confermato che il messaggio di pace  di Abramović chiuderà anche lo spettacolo al San Carlo. 

Marina Abramović – ha detto ancora Lissner – rappresenta oggi la massima espressione vivente della identificazione tra arte e vita, così come Maria Callas ha incarnato questa unione, diventando un’icona di tutti i tempi. Fa parte della nostra missione come teatro pubblico, ospitare sul palcoscenico del teatro, i grandi artisti del nostro tempo, e questa performance di Marina Abramović risuona nel nostro sentire, anche attraverso un altro artista quale Willem Dafoe.  In palcoscenico inoltre – prosegue Lissner – il pubblico potrà rivivere i momenti musicali più intensi che hanno scandito la vita artistica della Callas attraverso le voci di sette interpreti della scena internazionale”. 

“Con 7 Deaths of Maria Callas – afferma il direttore generale Emmanuela Spedaliere – si rinnova il forte legame tra il Teatro San Carlo e l’arte contemporanea. Un legame significativo già a partire dagli anni ‘50 con Erté e Prampolini che continua con Ricci, Luzzati e Purificato e ancora con Manzù e Rauschenberg fino a Kiefer, Paladino, Paolini, Kentridge, Adami, Ontani, Marden, che ci hanno accompagnato in questi anni. Le collaborazioni tra artisti e opere dei maggiori drammaturghi, compositori e coreografi di ogni tempo hanno segnato le Stagioni più brillanti dal ‘900 ad oggi rendendo unica la nostra storia teatrale”. 

Alla conferenza stampa ha partecipato anche il direttore d’orchestra Yoel Gamzou che ha sottolineato l’importanza  del cast di Napoli con 7 interpreti vocali diverse da quelle delle altre rappresentazioni europee conferendo allo spettacolo una ulteriore unicità.

Le interpretazioni della “Divina” rivivranno dunque nel corpo e nei movimenti di Marina Abramović e nella voce di sette grandi interpreti vocali: Annalisa Stroppa (Carmen), Valeria Sepe (Floria Tosca), Nino Machaidze (Desdemona), Jessica Pratt (Lucia Ashton), Roberta Mantegna (Norma), Kristine Opolais (Cio-Cio-San), e Selene Zanetti (Violetta Valery).   7 Deaths of Maria Callas è una produzione multimediale che unisce video e performance dal vivo.  Regia e scene sono di Marina Abramović, le musiche di Marko Nikodijević, mentre sul podio ci sarà Yoel Gamzou.  I costumi sono firmati da Riccardo Tisci, la regia video è di Nabil Elderkin. Protagonista in video anche una stella del cinema, Willem Dafoe. 

Marina Abramović morirà sette volte in sette film insieme a Willem Dafoe e alla fine, in palcoscenico, interpreterà la vera morte di Maria Callas avvenuta a Parigi nel 1977. 

Sin dall’inizio della sua carriera a Belgrado, nei primi anni Settanta, Marina Abramović è stata una pioniera della performance art, creando alcune delle prime opere più importanti di questa forma d’arte. Esplorando i suoi limiti fisici e mentali, ha sopportato il dolore, la stanchezza e il pericolo nella sua ricerca di trasformazione emotiva e spirituale. Abramović è stata premiata con il Leone d’oro come migliore artista alla Biennale di Venezia del 1997. Nel 2010, Abramović ha avuto la sua prima grande retrospettiva statunitense e contemporaneamente si è esibita per oltre 700 ore in “The Artist is Present” al Museum of Modern Art di New York. Abramović ha fondato il Marina Abramović Institute (MAI), una piattaforma per il lavoro immateriale e di lunga durata per creare nuove possibilità di collaborazione tra pensatori di tutti i campi. La sua pubblicazione più recente è Walk Through Walls: A Memoir, pubblicato da Crown Archetype il 25 ottobre 2016. La sua retrospettiva The Cleaner è stata inaugurata al Moderna Museet di Stoccolma nel febbraio 2017 ed è stata in tour in altre sette sedi europee, per concludersi al Museo d’Arte Contemporanea di Belgrado, Serbia, nel 2019. Nel 2023 presenterà la mostra personale After Life alla Royal Academy, e diventerà la prima artista donna nei 250 anni di storia dell’istituzione a occupare con il suo lavoro l’intero spazio della galleria

Cinque in tutto le repliche di 7 Deaths of Maria Callas, coproduzione internazionale tra il Teatro di San Carlo e alcuni dei più importanti teatri al mondo: Bayerische Staatsoper, Deutsche Oper Berlin, Greek National Opera Athens, Liceu de Barcelona, Opéra National de Paris.

Lo spettacolo fa parte del progetto Regione Lirica 2020 ed è stato programmato e finanziato grazie al contributo della Regione Campania.  La Fondazione Teatro di San Carlo ringrazia inoltre gli imprenditori del progetto Concerto d’Imprese, lo sponsor McArthurGlen per il sostegno alla realizzazione dello spettacolo 7 Deaths of Maria Callas e Pastificio Di Martino Sponsor Istituzionale della Stagione 2021/22.

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Maria Beatrice Crisci
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Mi occupo di comunicazione, uffici stampa e pubbliche relazioni, in particolare per i rapporti con le testate giornalistiche (carta stampata, tv, radio e web).Sono giornalista professionista, responsabile della comunicazione per l'Ordine dei Commercialisti e l'Ordine dei Medici di Caserta. Collaboratrice de Il Mattino. Ho seguito come addetto stampa numerose manifestazioni e rassegne di livello nazionale e territoriale. Inoltre, mi piace sottolineare la mia esperienza, più che ventennale, nel mondo dell'informazione televisiva, come responsabile della redazione giornalistica di TelePrima, speaker e autrice di diversi programmi. Grazie al lavoro televisivo ho acquisito anche esperienza nelle tecniche di ripresa e di montaggio video, che mi hanno permesso di realizzare servizi, videoclip e spot pubblicitari visibili sulla mia pagina youtube. Come art promoter seguo alcune gallerie d'arte e collaboro con alcuni istituti scolastici in qualità di esperta esterna per i Laboratori di giornalismo. Nel 2009 ho vinto il premio giornalistico Città di Salerno.

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