“Napoli Spal a Spal Napoli”, Mariniello al Giordani di Caserta
Brunella Castiello*
“Napoli-Spal a Spal-Napoli, Oltre 50 anni azzurri”. E’ il titolo del libro di Antonio Mariniello, medico di medicina generale ad Acerra, presentato a fine maggio all’Istituto Francesco Giordani di Caserta di cui è dirigente scolastica la professoressa Antonella Serpico. Per saperne di più di quest’opera sulla storia del Napoli, abbiamo intervistato l’autore, grande tifoso azzurro.
Come è nata l’idea di scrivere un libro dedicato al Napoli? «Io non sono uno scrittore, sono solamente un grande tifoso del club azzurro. Sono ormai tantissimi anni che seguo il Napoli al San Paolo, esattamente dal 5 settembre 1965, e siccome mi piace commentare i risultati facendo spesso, dei paragoni con i tempi che furono, consigliato da amici, ho voluto commentare questi importanti momenti della storia del club».
Durante gli anni le sue emozioni riguardante il Napoli sono cambiate? «Il Napoli mi fa piangere di gioia anche adesso a 60 anni, è una cosa che dura da sempre. Oltre che gioia, è in grado di suscitare anche speranza, stupore e soddisfazione».
Secondo lei, nel tempo il calcio è cambiato? «Si, il calcio è cambiato perché prima era più un fenomeno che puntava sullo spettatore. Oggi è un fenomeno che riguarda soprattutto il marketing, le televisione e la politica; però comunque il gioco del calcio resta lo spettacolo più bello che esista».
Il libro che lei ha scritto si può dire che è più emotivo invece che storico? «Più che un libro è una biografia mia in quanto racconto tanti episodi, tanti aneddoti vissuti in prima persona. Per esempio un aneddoto particolare è quando sono andato a pernottare nella pensione Asso a Firenze, per vedere la partita Fiorentina – Napoli in cui ho pagato 7 mila lire esattamente come nel film “Ricomincio da te” di Massimo Troisi. Un altro aneddoto è quando il Napoli era in ritiro a Baia-Domizia a novembre. Il sabato sera i giocatori andavano al cinema a Sessa Aurunca. Un sabato il pullman non c’era e noi che eravamo lì, lo accompagnammo in hotel. Gianni Improta, giocatore del Napoli, guidò la centoventotto di mio padre fino a Sessa Aurunca. Il giorno dopo nella partita Napoli – Fiorentina, Improta segnò due goal e il Napoli vinse. Allora, visto che i giocatori sono superstiziosi, ogni volta che erano in ritiro lì, Gianni Improta voleva guidare la centoventotto. Quindi, più che una storia è un insieme di emozioni che ha trasmesso il Napoli non solo a me, ma a tutti i veri tifosi».
Cosa prova quando va a presentare ai giovani le sue emozioni? Pensa che anche loro da adulti potrebbero vivere gli stessi sentimenti? «Io spero che da questo libro si possa trarre insegnamento a seguire lo sport indipendentemente dal risultato poiché anche se vincere è fantastico, partecipare è una cosa sensazionale. Secondo me chi sa perdere poi la vittoria che arriverà diventerà ancora più bella».
*Redazione Tv Giordani – Itis Francesco Giordani Caserta -Classe IV Ab
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