Napoli Teatro Festival. Talenti Vulcanici alla Reggia di Caserta
Claudio Sacco
– Fa tappa alla Reggia di Caserta il Napoli Teatro Festival Italia, diretto da Ruggero Cappuccio. Domani mercoledì 4 luglio, nella Cappella Palatina sarà di scena alle ore 21,30 l’Ensemble Talenti Vulcanici della Fondazione Pietà de’ Turchini di Napoli che presenta il concerto «Sirene e ninfe napolitane» con il soprano Naomi Rivieccio, direttore Stefano Demicheli.
“In età moderna – sottolinea il musicologo Paologiovanni Maione – la Penisola sprona un’industria musicale in cui ai professionisti dell’arte del “suono” si associano letterati e intellettuali in un dialogo proficuo che inaugura una interessante stagione all’insegna della cantata da camera. Qui, voci soavissime assolvono al privato esercizio dilettevole in cui non è la potenza ad essere invocata ma la sapienza performativa a tutto tondo”. La cantata da camera è, dunque, la forma in cui si concretizza il lavoro dell’Ensemble Talenti Vulcanici della Fondazione Pietà de’ Turchini, secondo le linee guida di un intenso lavoro di progettazione artistica ideato e portato a compimento da Paologiovanni Maione.
In questo concerto, realizzato nella borbonica Reggia di Caserta per il Napoli Teatro Festival Italia, l’indagine musicale principia dal mito della Sirena Partenope, prediligendo sul tema pagine e partiture di Francesco Mancini, Giuseppe Domenico Scarlatti, Alessandro Scarlatti, Giovanni Battista Pergolesi che sono qui affidate all’esecuzione dell’ensemble diretto da Stefano Demicheli ed alla voce del soprano Naomi Rivieccio. “La letteratura musicale in età moderna – aggiunge in proposito Maione – è ricca di pagine dedicate al mito di Partenope e gran parte dei compositori dà il suo tributo alla leggendaria e sfaccettata creatura. Sirena, regina, divinità: sono le identità di Partenope che tra storia, leggenda, mito, attraversa tra Sei e Settecento le scene sacre e profane”.
In programma, tra i tanti, i brani di Francesco Mancini (1672 – 1737) La dove il bel Sebeto nel mar de le Sirene, cantata a voce sola e basso continuo; di Giuseppe Domenico Scarlatti (1685 – 1757) Sonata in la maggiore, K 209 per clavicembalo (Allegro); di Alessandro Scarlatti (1660 – 1726) La nel bel sen della regal Sirena. Cantata a voce sola e basso continuo, ed ancora, dello stesso autore, La dove a Mergellina bacia la riva il mare. Cantata a voce sola e basso continuo.
“La letteratura su Napoli – conclude Maione – aveva trovato notevole vigore, tra sedicesimo e diciassettesimo secolo, con eruditissime dissertazioni sulla nascita della città: il ricorso a disparate fonti antiche per stabilire il primato della fondazione aveva innescato un processo di puntuali ricognizioni finalizzate a smantellare il mito arcaico della sirena a vantaggio della più “credibile” figura regale. Ciononostante Alessandro Scarlatti, Francesco Mancini, tra gli altri, non rinunciano nel corso della loro carriera a intonare composizioni dedicate alla sirena/regina Partenope proiettando l’immagine della capitale in un’aura mitica e musicalissima destinata a restare cifra adamantina e inscalfibile”.
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