Officina Teatro. In scena De/Frammentazione di Fabio Pisano
Redazione -“De/Frammentazione ovvero Una Storia di Impossibilità”. Il titolo dello spettacolo che andrà in scena a Officina Teatro (San Leucio – Caserta) il prossimo week end. Scritto da Fabio Pisano (che per questo testo ha vinto il Premio Fersen per la Drammaturgia 2019) e diretto dal regista Michele Segreto. «È uno spettacolo – sottolinea Pisano – che nasce da un mio testo, scritto nel 2018 e pubblicato nel 2019 dalla casa editrice Scena Muta di Roma». L’appuntamento è per sabato 9 novembre alle 20 e domenica 10 novembre alle 19. E poi aggiunge: «Il progetto De/Frammentazione nasce da una joint venture tra la compagnia servomutoTeatro, di Milano e Liberaimago, di Napoli; due compagnie indipendenti e senza alcun fondo statale, con il sostegno di AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatralim in collaborazione con RAM – Residenze Artistiche Marchigiane, un progetto promosso da MiC e Regione Marche. Quindi, grazie al supporto del progetto di residenza artistica Teatro Le Forche – Futuro Prossimo Venturo 2024; con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia / Circuito CLAPS e con un supporto importante – di spazio prove – del NEST, di San Giovanni a Teduccio».
In scena tre attori, Francesca Borriero, Michele Magni e Roberto Marinelli, ad interpretare i diversi
ruoli di una vicenda, per certi aspetti di grande attualità, calata nel quotidiano di una coppia. Nomi
generici – Uno, Moglie, Zero, il Didascalista – a sottolineare una condizione tristemente comune a
molti, sono attribuiti ai personaggi che, aprendo le porte del loro inferno domestico, rendono
partecipi gli spettatori del dramma che si sta consumando sulla scena.
Novelli sposi, Uno e Moglie, nonostante ripetuti tentativi, non riescono a concepire un figlio. Manchevole è il marito che, consapevole di ciò, prospetta alla donna una soluzione che potrebbe scongiurare i nefasti esiti di una crisi ormai ben più che incombente. L’uomo propone di chiamare in causa il suo migliore amico, Zero, e chiedere a lui di sopperire alla sua biologica incapacità. Una soluzione estrema che però aggiunge ulteriore imbarazzo ad una situazione già precaria e che, inizialmente, instilla nella disorientata donna legittimi sentimenti di disgusto che mutano infine, nello sviluppo dell’azione, in una misteriosa ed eccitante accettazione. Una condizione borderline che viene ulteriormente complicata dai ripensamenti del marito che ad un certo punto vorrebbe non aver mai avanzato quella proposta e tornare indietro. È a questo punto che interviene un quarto personaggio, il Didascalista (nello spettacolo il ruolo è scambievolmente agito dai tre attori) che in una battuta (“quando dici, poi non puoi più tornare indietro. Non siamo pagine. Siamo uomini”) – offre un nuovo sviluppo all’azione scenica, qualificandosi quale principale demiurgo dell’intera vicenda.
“È lui in effetti – sottolinea l’autore Fabio Pisano – il vero artefice di tutto quel che accade o non accade sulla scena. Il Didascalista frammenta a suo piacimento l’intera storia, decidendo i sentimenti, le azioni e le sensazioni di ogni singolo personaggio e smontando la linearità del racconto per ricomporne a suo piacimento la cronologia”.
“Il testo – aggiunge il regista Michele Segreto – lascia sorpresi dalla vivacità̀ lessicale dei personaggi e dalle intuizioni drammaturgiche e meta-teatrali che esso contiene. Sono descritte le azioni, lo spazio scenico, i silenzi, le emozioni, i pensieri eppure, grazie proprio alle frammentazioni e alle indicazioni imposte dal personaggio del didascalista esiste la possibilità di far germinare nuove situazioni in linea o in contrasto con esse”. Martedì 12 novembre lo spettacolo sarà al Piccolo Bellini alle ore 21, repliche fino al 17.
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