Piacere, Don Lisandro! A Caserta l’osteria che sa di territorio
– Ha recuperato una tradizione familiare Almerigo Bosco. Una tradizione nata sui Colli Tifatini, a Casolla. E ora l’ha portata nella Caserta nel piano. A due passi dal Santuario di Sant’Anna, in via Verdi 86. Qui ha aperto Don Lisandro Osteria Moderna. Il nome è un omaggio a nonno Alessandro, il mitico oste di Casolla da tutti chiamato Lisandro.
Almerigo Bosco e la figlia Gabriella sono affermati produttori di vini di Terra di Lavoro con l’etichetta Cantina di Lisandro. Ha una rete di vendita nazionale con qualche puntatina anche negli Stati Uniti. Il suo casavecchia Cimmarino o il suo pallagrello bianco Lancella, così come gli altri vini, esprimono qualità eccellenti e soprattutto profumo di territorio.
Ecco, è proprio il territorio protagonista di questa nuova esperienza. Il locale è raccolto, sobrio ma non severo. Le grandi botti ricordano la storia personale e familiare.
Menù ampio, ma non dispersivo, rigorosamente stagionale. Una lista dei vini rispettosa di tutte le principali presenze di Terra di Lavoro. E una cantina, intesa proprio come ipogeo, di grande fascino, memoria delle tecniche costruttive in tufo.
A tavola arriva il territorio, grazie all’impegno e alla professionalità dello chef Francesco Grieco. Arriva quello che immagini, ma anche quello che non ti aspetti, perché non va dimenticato che la provincia di Caserta va dall’Appennino al mare, passando per la piana della Campania Felix.
Tra gli antipasti, splendida la tartare di bufalo marinato su dadolata di verdure cotte a vapore, scaglie di tartufo nero estivo e spuma di formaggio. È un trionfo della Terra di Lavoro con il suo bufalo e con il tartufo del Matese, incontro ad alta quota, con i profumi delle verdurine e la piacevolezza del formaggio locale. Raffinata, sempre tra gli antipasti, la portata delle seppie in julienne di sedano e mandorle su insalatina estiva all’aceto balsamico.
Per i primi, un grande racconto è il risotto agli agrumi di giardino, crostacei del Tirreno, polvere di alghe e pistacchio croccante. Ma altrettanto spettacolare è lo spaghettone di Gragnano ai frutti di mare e crudités di scampi.
Andrà poi assaggiato come secondo il medaglione di bufalo cotto a bassa temperatura su purea di zucchine e patate aromatizzate. Gli altri piatti meglio scoprirli di persona, non si può svelare tutto.
Per concludere c’è un’ottima pasticceria. Lussuriosa la millefoglie con crema chantilly e frutti di bosco. Ma anche il tiramisù è accattivante. Peccato alzarsi da tavola! Si stava così bene.
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