Pronti per il competition day, i Nantiscia sono a Samarcanda
– Martedì 29 sarà il grande giorno, il competition day. I Nantiscia sono già a Samarcanda, dove è iniziato Sharq Taronalari, ovvero Melodie d’Oriente, festival internazionale della musica etnica organizzato dal Governo dell’Uzbekistan col patrocinio dei propri Ministeri della Cultura e degli Affari Esteri e dell’UNESCO, cui partecipano gruppi musicali provenienti da cinquanta Paesi del mondo. L’Italia è rappresentata appunto dai Nantiscia, band tutta formata da casertani, anzi da leuciani, alcuni doc, altri adottati. Il loro, dunque, è stato proprio un percorso lungo la via della seta, anche se effettuatto in aereo da Fiumicino fino a Tashkent, la capitale dell’Uzbekistan. Qui si sono anche incontrati con l’ambasciatore italiano in Uzbekistan Andrea Bertozzi (nella foto di copertina), come già anticipato da OndaWebTv, e hanno visitato le bellezze di Tashkent, fra cui il Mausoleo di Tamerlano e le decorazioni incredibili delle geometrie arabe. La passeggiata lungo i viali alberati, le aiuole colorate (anche con il basilico verde e nero!) ha ancora una volta riempito di meraviglia il gruppo che si è anche imbattuto in un tipico matrimonio uzbeco annunciato da un considerevole numero di “suonatori” fra i quali quattro “fiati” rappresentati da lunghissime, assordanti e stentoree trombe.
A Samarcanda, poi, nell’attesa di misurarsi sul palco che conta, c’è stata una prima esibizione del gruppo in un auditorium all’aperto di un college, accolta con un’ovazione per una naturale affezione che c’è nel Paese asiatico per l’Italia. E la serata è finita a notte fonda. I gruppi delle varie nazioni si sono smembrati e si sono raccolti in modo casuale in varie zone dell’albergo e all’esterno, iniziando delle colorate, multietniche, interreligiose e interrazziali session. La musica è veramente il veicolo che meglio esprime il concetto di tolleranza e pace! Particolare la sfida fra la percussionista Valentino e il batterista Vertaldi contro agguerritissimi percussionisti turchi. Un onorevole 1 a 1 con stretta di mano finale ha dato il senso dello spirito di fraternità.
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