Sant’Elpidio, quel vescovo venuto dall’Africa per amare Atella

Sant’Elpidio, quel vescovo venuto dall’Africa per amare Atella

Luigi Fusco

– Scappato dall’Africa nel 437 d.C., insieme ad altri undici presuli perseguitati dai vandali di Genserico, Elpidio, il cui nome in greco antico significa “colui che spera in Dio”, giunse, dopo un lungo viaggio, in terra campana per portare la sua testimonianza di fede. Un angelo guidò la piccola imbarcazione, fluttuando su mari sconosciuti, facendola, infine, approdare a Volturnum, attuale Castelvolturno. Era il 10 maggio del 440. Una volta messo piede sulla terra ferma, i dodici vescovi continuarono il loro cammino e la loro opera di evangelizzazione. Elpidio si diresse verso Atella, antico centro pagano noto per le sue commedie farsesche. Lì fu pastore per 22 anni e nonostante il suo fortunato episcopato soffrì molto per l’arrivo dei vandali a Capua e per la distruzione che arrecarono al suo antico centro. Morì a 64 anni, il 24 maggio del 459 o del 464. Gli atellani lo elessero a rifondatore della loro città acclamandolo santo e propagandone il culto. Ancora oggi è molto venerato a Sant’Arpino. A lui è intitolata la chiesa principale della cittadina posta di fronte al Palazzo Sanchez de Luna. Al suo interno si conservano le sue reliquie, da cui, anticamente, fuoriusciva la “manna”: il liquido miracoloso.

Anche a Casapulla molto sentita è la devozione verso Sant’Elpidio, cui è dedicata la chiesa parrocchiale. Eretta tra il V e il VI secolo d.C. e riammodernata nel corso dei secoli, è da ritenersi tra i gioielli architettonici più suggestivi della diocesi capuana e, come a Sant’Arpino, al suo interno si conservano alcune reliquie del santo, altresì considerate miracolose dai casapullesi.

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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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