Teatro Festival, il Satyricon di Francesco Piccolo live a Pompei
Pietro Battarra
– Continuano gli eventi del Napoli Teatro Festival Italia, diretto da Ruggero Cappuccio. Domani giovedì 4 luglio ore 21 al Teatro Grande di Pompei, nell’ambito della rassegna Pompeii Theatrum Mundi, promossa dallo Stabile di Napoli — quest’anno anche tra i Progetti speciali del NTFI — va in scena la prima assoluta di Satyricon di Francesco Piccolo, ispirato a Petronio, per la regia di Andrea De Rosa, con Noemi Apuzzo, Alessandra Borgia, Francesca Cutolo, Michelangelo Dalisi, Flavio Francucci, Antonino Iuorio, Serena Mazzei, Lorenzo Parrotto, Anna Redi, Andrea Volpetti. Le scene e i costumi sono di Simone Mannino; il disegno luci di Pasquale Mari; sound designer G.U.P. Alcaro; le coreografie sono di Anna Redi; la produzione è del Teatro Stabile Napoli-Teatro Nazionale, Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival–Napoli Teatro Festival Italia.
«Abbiamo – scrive Andrea De Rosa nelle note – un po’ tutti la sensazione di stare vivendo un periodo di impasse, di decadenza e di transizione verso qualcosa di sconosciuto. Da quando sono crollate le ideologie e le utopie che hanno segnato e insanguinato il Novecento sembra essere venuta meno la direzione storica da seguire e, non essendo chiara la méta, sembra non ci sia altra strada che girare a vuoto. Per questo ho chiesto a Francesco Piccolo di scrivere un testo che, ispirandosi al Satyricon di Petronio – che della decadenza dell’impero romano fece un ritratto memorabile – tentasse di raccontare la nostra decadenza, cercando di coglierne la peculiarità. Con una felicissima intuizione Francesco Piccolo ha individuato nell’impoverimento linguistico il tratto che sta segnando la nostra epoca e lo ha fatto diventare materiale».
Un mix di sorprendenti brandelli narrativi, tra sesso, strani riti, naufragi, risse, speculazioni d’arte, truffe ben congegnate e licantropi, tra i quali spicca qualche porzione più ampia come la celeberrima, scintillante Cena di Trimalcione. «Cercare di raccontare – sottolinea ancora il regista – attraverso il senso del ridicolo, la pena, il dolore, ma anche la tenerezza e il profondo senso di umanità che si nasconde dietro questo smarrimento è la sfida che mi pongo con questo spettacolo».
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