Terrae Motus in appartamento, la collezione nelle stanze reali
– Durante il periodo di chiusura dei musei statali e privati, presso la Reggia di Caserta è stata avviata una serie di iniziative e di cantieri dediti al rilancio del plesso monumentale in vista di quella che sarebbe stata la sua futura riapertura.
Fra i progetti più interessanti che sono stati attivati c’è il riallestimento di una parte della collezione d’arte contemporanea Terrae Motus, donata da Lucio Amelio nel 1992, che ha riguardato lo spostamento di alcune opere dalla loro sezione originaria all’interno degli appartamenti storici.
Tutto è iniziato lo scorso 23 novembre, in concomitanza del quarantesimo anniversario del tragico sisma del 1980. Per l’occasione è stata organizzata una manifestazione, svoltasi online, intitolata #Terraemotus40, evento fortemente voluto dalla direttrice della Reggia Tiziana Maffei.
Con la riapertura delle stanze reali, avvenuta a seguito del DPCM del 14 gennaio scorso, i primi turisti che sono accorsi alla Reggia hanno così potuto scoprire, all’interno degli ambienti del Sette e dell’Ottocento, alcuni capolavori della più importante raccolta d’arte contemporanea del Mezzogiorno. Il percorso organizzato è altresì intrigante. Difatti, già nella prima anticamera è possibile vedere l’installazione di Joseph Beuys Terremoto a Palazzo e, di seguito, un insieme di opere realizzate dai grandi artisti nazionali e internazionali attivi nella seconda metà del Novecento. Al lavoro di Beuys susseguono i pezzi di Augusto Perez, Richard Long, Vettor Pisani, Christian Boltanski, Francisco Leiro, Thomas Stimm, Gianni Pisani, Domenico Bianchi, Gerhard Richter, Carlo Alfano, Joseph Felix Müller, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Julian Opie, Mimmo Paladino, Nino Longobardi, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Cy Towbly e Andy Warhol. Ogni singola opera è stata inserita nel contesto storico delle stanze reali secondo criteri museografici del tutto inediti. Ardito, ma anche ragionato, è stato l’allestimento nel suo complesso, in quanto sono state valorizzate, contestualmente, sia le opere stesse che gli ambienti dove sono state collocate, facendole, poi, armonizzare con il resto dei dipinti, delle sculture e delle suppellettili già facenti parte delle tradizionali raccolte del palazzo vanvitelliano
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