Un Borgo di Libri, il testo sul gaslighting o manipolazione invisibile

Un Borgo di Libri, il testo sul gaslighting o manipolazione invisibile

Redazione -Molto apprezzata la presentazione del testo ‘Inganni e potere. Il gaslighting’ (Edizioni Spartaco 2024) nell’ambito di ‘Un Borgo di Libri’, il festival letterario del borgo medievale di Casertavecchia ideato e diretto da diversi anni dal giornalista Luigi Ferraiuolo che si è tenuta giovedì, nella chiesa dell’Annunciata, e che ha visto protagonisti tre degli autori: la giurista Rita Raucci, curatrice del saggio, la docente dell’università Parthenope di Napoli Maria Giovanna Petrillo e il giornalista Claudio Lombardi in dialogo con Antonio Luisè.


Un saggio a più mani (Stefania Sparaco è autrice di un capitolo dedicato alla rappresentazione del
gaslighting nel cinema) che propone analisi e riflessioni che si diramano nel cinema, nella letteratura e nella politica su questa raffinata e insidiosa forma di violenza psicologica. La parola gaslighting ha un’origine proveniente da un dramma teatrale del 1938, sul rapporto tra uomo e donna: Gas Light. Ingrid Bergman interpretò la protagonista Paula nella versione cinematografica che le valse il premio Oscar come migliore attrice. In Italia il film è noto come Angoscia. “Il gaslighting, spiega Rita Raucci, è una forma di manipolazione che si serve dei sentimenti; una seduzione perversa e una raffinata violenza, senza lividi o ferite, in cui la vittima sente di potersi fidare e soggiace all’imposizione. L’arma principale sono le parole, nella fase iniziale dolci e lusinghiere, per la conquista e poi il silenzio, più importante della parola stessa, che diviene una privazione, sottrazione di spazi vitali per la vittima. La vittima rimane nella relazione, resiste consumandosi aspettando il cambiamento, trovandosi a vivere lo smarrimento, l’isolamento e la disperazione, e la consapevole disfunzionalità della relazione”.
Si tratta di un reato che non esiste nel nostro ordinamento, e non vi è nessuna norma che possa tutelare la vittima di tale tipo di abuso. Il manipolatore ha maschere che indossa abilmente, il suo abuso sarà
evanescente a un occhio esterno ed ecco il perché dell’utilità di questo saggio che si chiude con il dual code del cortometraggio Io vivo per te, che ha ottenuto premi in Italia e all’estero e che porta alla luce dal
silenzio storie insidiose di prevaricazione, contribuendo al dibattito sul tema.

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