Un raggio di bellezza dal palco, in scena detenuti e magistrati
-“Stasera vi abbiamo regalato un raggio di bellezza e di speranza, tornate a casa e dite che questo raggio è stato regalato dai detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere“. Così il magistrato di sorveglianza Marco Puglia sul palco del Teatro Comunale di Caserta. E’ qui che è andato in scena Epochè spettacolo da lui ideato e di cui è regista e attore. Sulla scena con Puglia, contemporaneamente magistrati, agenti della polizia penitenziaria e persone private della libertà personale. “Epochè” è stato organizzato dall’Ufficio di Sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere, dal Rotary Club Caserta Reggia e dalla Casa Circondariale Uccella di Santa Maria Capua Vetere, con il patrocinio del Comune di Caserta e del Lions Club Caserta Host presieduto da Annamaria Sadutto. In platea, tra gli altri, il procuratore generale della Corte di Appello di Napoli, Luigi Riello, il presidente della corte di appello di Napoli Giuseppe de Carolis Prossedi, la presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Gabriella Casella, il magistrato Giuseppina Casella, la presidente del tribunale di sorveglianza di Napoli Patrizia Mirra, il Procuratore Capo presso il tribunale di Napoli Rosa Volpe, la presidente dell’Asi Caserta Raffaela Pignetti, l’assessore alla Cultura del Comune di Caserta Enzo Battarra.
A dare il via alla serata il presidente del Rotary Club Caserta Reggia e direttore artistico dell’evento Filippo Morace che visibilmente emozionato ha detto: “Tutti loro sono un esempio di vera comunione, una vera fonte di energia che hanno trasmesso anche a me“.
“Nella filosofia greca il termine epochè – spiega il magistrato Puglia – stava a indicare la sospensione avvertita come necessaria ogni qual volta non vi fossero sufficienti elementi per poter rendere un giudizio. L’epochè è, quindi, sospensione, una immaginaria stasi del pensiero giudicante che anela alla conoscenza prima ancora che al giudizio. La performance ha questo titolo perché custodisce, in primo luogo, un invito rivolto allo spettatore: quello di non affrettarsi a giudicare chi porta con sé il pesante marchio del carcere. L’invito ad ascoltare, attraverso l’universale linguaggio del teatro, chi si sente molto spesso inascoltato. Non a caso il teatro riesce a interrompere, sospendendolo, il normale flusso del tempo asservendolo a un nuovo andamento ed è così che si resta, d’improvviso, sospesi». In scena con Marco Puglia, Christian Bencivenga, Pasquale Bruno, Filomena Capasso, Salvatore Daniele Francesca De Marinis, Benedetta De Risi, Pasquale Di Palma, Fiorella Federici, Michele Fiorillo, Luigi Illibato, Nico Merola, Fiorella Nardone, Entony Rega, Donatella Rotundo, Giovanni Scognamiglio, Francesco Sdino, Massimo Storri e Giovanna Tesoro. Supervisione musicale Fiorella Federici, elementi scenici di Pasquale Di Palma, sartoria a cura di Anna Varriale. Assistenza organizzativa Marta Margarita.
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