Una parola al mese / La sorpresa è che trap deriva da trapear

Una parola al mese / La sorpresa è che trap deriva da trapear

María Lucía Carrillo Expósito

università lungo

– Il verbo trapear (tra-pe-ar), in lingua spagnola, è ampiamente riportato da tempo nei dizionari normativi spagnoli e il suo significato risponde all’azione di lavare i pavimenti con uno straccio o con una paglietta, come nella sua prima accezione riportata nel Diccionario Español de la Lengua online: “Trapear: Fregar el suelo con trapo o estropajo” (http://dle.rae.es/srv/search?m=30&w=trapear). Prende, pertanto, l’etimologia di trapo, ossia, “straccio”.

D’altro canto, oggi questo termine nelle strade di qualsiasi città ispanoamericana o della penisola iberica, non ha nessuna relazione con l’etimologia descritta. Se non siamo più adolescenti, se non viviamo quotidianamente con loro o non seguiamo le novità discografiche, è difficile immaginare che il suo uso non corrisponda al significato descritto nei dizionari. Per le nuove generazioni di lingua spagnola, trapear viene da fare Trap, uno stile musicale che dal 2015 diventa forte a livello mondiale nel mercato commerciale della musica. Si tratta di un sub-genere musicale che ha origine nella decade degli anni 90 nel sud degli Stati Uniti, concretamente ad Atlanta, Geogia dove i rapers e gruppi di rap come Three 6 Mafia, Ghetto Mafia, UGK, Outkast e Goodie Mob furono i primi ad usare questo stile, diventando i padri del Trap.

Il genere musicale Trap si alimenta del Rap e dall’Hip-Hop dal quale prende anche la tecnica e l’estetica ed è molto comune confonderli. Il Trap è una musica elettronica, molto sintetizzata che usa in maniera abbondante e quasi eccesiva l’auto-tune e i modi armonici minori per dotarlo di una estetica oscura e triste. Un altro aspetto che lo distingue dal Rap tradizionale e la sua metrica più semplice che in alcune occasioni può ignorare completamente la misura dei versi o della rima. In questo sub-genere musicale prevalgono gli effetti sonori sulle note musicali.

Tornando alla parola Trap, questa proviene dell’argot statunitense dei bassi sobborghi per denominare il luogo dove si traffica con sostanze stupefacenti in maniera illegale. Viene correlato con i trap-house o appartamenti abbandonati e trapping (https://www.urbandictionary.com/define.php?term=trapping) nel gergo significa “trafficare”, “contrabbandare”, in definitiva, “spacciare”. Ma se nella lingua di Alighieri la similitudine tra trapping e la sua traduzione non si avvicina nella forma, non succede così nella lingua spagnola dove esiste la parola trapichear (http://dle.rae.es/?id=aOMHKaY) che coincide effettivamente in pieno al suo valore semantico.

*Dottorato in Eurolinguaggi e Terminologie Specialistiche – Università degli Studi di Napoli “Parthenope”




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Maria Beatrice Crisci
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Mi occupo di comunicazione, uffici stampa e pubbliche relazioni, in particolare per i rapporti con le testate giornalistiche (carta stampata, tv, radio e web).Sono giornalista professionista, responsabile della comunicazione per l'Ordine dei Commercialisti e l'Ordine dei Medici di Caserta. Collaboratrice de Il Mattino. Ho seguito come addetto stampa numerose manifestazioni e rassegne di livello nazionale e territoriale. Inoltre, mi piace sottolineare la mia esperienza, più che ventennale, nel mondo dell'informazione televisiva, come responsabile della redazione giornalistica di TelePrima, speaker e autrice di diversi programmi. Grazie al lavoro televisivo ho acquisito anche esperienza nelle tecniche di ripresa e di montaggio video, che mi hanno permesso di realizzare servizi, videoclip e spot pubblicitari visibili sulla mia pagina youtube. Come art promoter seguo alcune gallerie d'arte e collaboro con alcuni istituti scolastici in qualità di esperta esterna per i Laboratori di giornalismo. Nel 2009 ho vinto il premio giornalistico Città di Salerno.

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