Caserta capitale della cultura. Ma i casertani dove sono?
(Beatrice Crisci) – Caserta Capitale. Suona bene. Affascina, intriga. Apre prospettive e sogni, entusiasma, anche se si porta dietro qualche rammarico.
La città della Reggia sarebbe dovuta essere capitale. Era questo il disegno dei Borbone. Ma il progetto non trovò la sua piena realizzazione. Resta però quel Palazzo vanvitelliano che è un vanto straordinario, mondiale. E ci sono altri gioielli, come il Complesso monumentale di San Leucio e il borgo di Casertavecchia, e tante altre preziosità.
Orbene, la città di Caserta è nell’elenco, compilato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, delle città candidate a ottenere il titolo di “Capitale Italiana della Cultura 2018”.
Il sindaco Carlo Marino ha espresso tutta la sua soddisfazione e ha lanciato un appello ai soggetti istituzionali, ai cittadini, alle rappresentanze sociali, culturali e produttive della città. Il primo cittadino è fiducioso nel conseguimento dell’obiettivo, confidando nell’ingente patrimonio storico-culturale casertano, a partire dalla Reggia. Esplicito il riferimento a Mauro Felicori e all’eccezionale azione di rilancio da lui intrapresa. E proprio il direttore generale del Palazzo Reale è stato finora il primo a intevenire rilasciando un’intervista al quotidiano Il Mattino in cui si indica la necessità di un patto di sistema.
Meraviglia, al di là delle parole di Felicori, che finora nessun altro protagonista della vita pubblica si sia già affannato a intervenire sulla materia. In genere, in queste occasioni, i politici e i rappresentanti istituzionali fanno a gara per dire la loro. Sarà il mese di agosto a distrarli, a intorpidirli? Può darsi. Ma meglio non parlare di vacanze, ormai non esistono più. Che si stia in città o in altri lidi il fatto di rimanere connessi h24 non giustifica più nessun ritardo. Chi può dire oggi di “staccare la spina”? La “corrente”, il flusso delle informazioni arriva dappertutto, sempre, in qualunque momento.
Stupisce, quindi, il “silenzio assordante” dei personaggi in vista, che su questo argomento stanno tardando a dire la loro. Ma si è più che sicuri che a breve tutti diranno, tutti parleranno.
La rete, quella del web, mantiene certamente caratteristiche non solo più democratiche ma anche più tempestive. E su internet c’è discussione in merito alle possibilità di Caserta di diventare nel 2018 la regina delle città culturali italiane.
Nei post su Facebook c’è soprattutto il timore di ripetere gli errori commessi all’epoca della candidatura a capitale europea della cultura 2019, titolo poi assegnato a Matera. In quell’occasione Caserta non riuscì a essere convincente nel messaggio, ma soprattutto non si mosse tutto quel mondo imprenditoriale che avrebbe dovuto far proprio il progetto. E di conseguenza anche la comunicazione ne risentì.
Oggi c’è un Felicori in più, questo è vero. La Reggia è vista come dovrebbe essere vista, cioè un monumento internazionale di estrema bellezza. Il premier Renzi e il ministro Franceschini non perdono occasione per garantire la loro vicinanza al riscatto della città.
Ma per vincere ci devono credere per primi i casertani. O sono andati tutti al mare? La metafora appare chiara.
@beatricecrisci
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