Premio Best Practices per l’innovazione. Il ruolo di 012Factory in ricerca e startup
“Dal 2000 al 2015 la produttività italiana è salita dell’1% a fronte del 17% dei maggiori Paesi europei. Questo dato ci impone un’accelerata sotto l’aspetto dell’innovazione. In caso contrario, rischiamo di perdere gran parte della nostra impresa manifatturiera e non solo”. Ad affermarlo è Sebastian Caputo, cofondatore e project manager di 012Factory, all’Unione Industriali di Napoli in occasione della presentazione del Premio Best Practices per l’innovazione, in programma nei giorni 1 e 2 dicembre a Salerno.
Giunto alla decima edizione, l’evento è organizzato dal Gruppo Servizi Innovativi e Tecnologici di Confindustria Salerno ed è rivolto a imprese, spin off e startup italiane. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Federmanager Salerno e la sua società CDi Manager, specializzata nel Temporary Management, rientra nel calendario di appuntamenti che precede la manifestazione conclusiva del Premio Best Practices, tra le prime realtà che si sono occupate del mondo delle startup.
012Factory era, dunque, presente con Sebastian Caputo, fondatore e CEO, per supportare il premio come parte integrante dell’ecosistema. Nel suo intervento Caputo ha sottolineato: “Il premio deve servire a voi imprenditori per avere una finestra aperta sul mondo dell’innovazione”. Quindi ha analizzato la situazione: “Il settore alberghiero negli ultimi quindici anni ha subito tre ondate di innovazioni distruttive. La prima è quella delle piattaforme di distribuzione, che hanno trasformato il modo in cui i clienti prenotano l’hotel. Booking ed Expedia sono diventate un duopolio della distribuzione.La seconda ondata è quella dei “feed-back”, è il caso di TripAdvisor. In precedenza, il cliente doveva fidarsi quasi dell’istinto prima di scegliere un hotel. Ora consulta le piattaforme di “feed-back” per conoscerne i pareri prima di prenotare. La scelta dipende quindi sempre meno dalla reputazione del marchio e sempre più dall’esperienza di altri clienti. La terza ondata, un po’ più forte, è quella della collaborazione. Nel settore alberghiero, questa economia di collaborazione si concretizza affittando case e camere tra le persone. Airbnb con un catalogo di oltre 400 pagine non possiede neanche una stanza, ma vale più di Hilton.
Ma innovare ha un costo, secondo uno studio di Fedemeccanica, per le nostre microimprese. Si tratta di somme importanti tra i 200 e i 300mila euro per il solo investimento da fare in itc. Lo stresso piano del Governo Industria 4.0 prevede ammortamenti al 250%, crediti di imposta per la ricerca, detrazioni per gli investimenti in startup. Si tratta di meccanismi che vanno a ridurre il carico fiscale, ma per ridurre le imposte ci devono essere degli utili da tassare!
Una delle strade percorribili è l’investimento in startup o spin off universitari, opportunità per innovare i vostri prodotti e i vostri processi, integrando progetti e team ed esternalizzando parte dei costi di ricerca”.
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