Storia di Filomena sfigurata dall’ex. Il suo appello: Denunciate

Storia di Filomena sfigurata dall’ex. Il suo appello: Denunciate

Tiziana Barrella

-“Sono nata per la prima volta 11 anni fa, il 28 maggio sarà il mio compleanno perché è da quel giorno che sono rinata”. Lo dichiara Filomena Lamberti, la donna che nel 2012 è stata sfigurata in modo irreparabile  dall’acido solforico buttatogli la notte in pieno volto dall’ex marito. Filomena ha portato la sua testimonianza in occasione dell’incontro «Oltre la paura. Il delicato tema della violenza sulle donne», iniziativa del Dipartimento di Giurisprudenza della Vanvitelli in collaborazione con l’associazione Spazio Donna. Affollata l’aula Franciosi tra studenti del dipartimento, genitori intervenuti all’evento, ma anche detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere. E naturalmente i professionisti del mondo del diritto e della psicologia invitati a portare un loro contributo sull’argomento.

“Ero nel mio letto girata su un lato, dormivo quando all’improvviso sono stata svegliata e sul  viso, sul decoltè, sui capelli, il mio ex marito mi ha svuotato una bottiglia intera di acido solforico”, racconta Filomena. In casa non era sola, con lei c’erano i suoi figli che dormivano in un’altra camera; il loro pitbull, premeditatamente era stato chiuso in una stanza per evitare che potesse intervenire in suo aiuto, come già accaduto per il passato. Quella notte è stata davvero terribile  e, quello che è accaduto dopo, ancora peggio. 

Più di 17 interventi chirurgici subiti, moltissimo dolore ed un processo che non ha reso giustizia, solo 16 mesi di reclusione per un reato che oggi sarebbe stato certamente diversamente valutato anche grazie all’introduzione della nuova normativa, meglio conosciuta con il nome di Codice Rosso, che per questo tipo di reato, prevede una pena che va dagli 8 ai 14 anni.

“Mi sono sposata molto giovane e all’inizio consideravo la sua gelosia quasi come un qualcosa di bello. Se è geloso allora mi ama pensavo io. Speravo nel suo cambiamento, ma le cose non sono cambiate nemmeno con l’arrivo del terzo figlio”. Filomena trae spunto dalla sua storia, dalla sua triste vicenda,  per poi spiegare a tutta la commossa platea, che ciò che le è accaduto deve essere utile per stimolare riflessioni ed indurre chi è vittima di violenza a parlare, a non farsi isolare ed a considerare che, l’amore è un sentimento meraviglioso ed in quanto tale non fa male.

“Quando dicono che quello del mio ex marito era un amore malato, non sono affatto d’accordo; l’amore è un bel sentimento e se è inquinato, allora non è amore. Voglio far vedere il mio volto,  il mio essere presente in eventi come questo, può aiutare a far capire che esiste anche un’altra forma di bellezza“. Filomena con una forza strepitosa ed al contempo con una grande dolcezza che dona speranza a tutti i presenti, evidenzia come la sua brutta vicenda in realtà sia stata appunto la sua seconda rinascita e, paradossalmente, prima di quel 2012 fatidico, non aveva mai vissuto prima.

“Dobbiamo fare prevenzione, perché a cose fatte, quando tutto è già compiuto è veramente difficile poi correre ai ripari”. La rabbia è un’emozione potente e deve essere usata come una forza, un motore, deve essere un impulso per fare cose belle e non può essere tradotta in aggressività. Filomena, sottolinea ancora con determinazione l’importanza della sensibilizzazione su certe tematiche e che per lei, non rappresenta affatto un dolore rievocare quei brutti accadimenti se ciò serve ad aiutare altre donne sopraffatte e purtroppo ancora silenziose. Grazie a Filomena Lamberti, alla sua storia ed alle sue parole, una giovane studentessa, in un altro recente incontro di studio e riflessione si è salvata!

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Tiziana Barrella
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Avvocato del Foro di Santa Maria Capua Vetere. Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Giuridico Italiano. Segue numerose attività formative per alcune Università italiane. Svolge docenza e formazione per enti pubblici, privati e università. Profiler e studiosa di criminologia e psicologia comportamentale, nonché specializzata già da anni, nello studio della comunicazione non verbale e del linguaggio del corpo, con una particolare attenzione rivolta al significato in chiave criminologica delle azioni eterolesive ed autolesive, necessarie per la redazione di un profiling.

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