Al Campania luglio si veste di jazz. Partenza con il botto con le “Black Cars” di Gino Vannelli
(Enzo Battarra) – Lui è un mito, un uomo inossidabile nel tempo, la stessa grinta di sempre. Lui è Gino Vannelli, nome e cognome italiani, ma canadese a tutti gli effetti. È stato lui ad aprire la rassegna “Luglio in Jazz” del Campania.
Un tempo si diceva che ogni centro commerciale fosse un nonluogo, ma questa caratterizzazione si è andata sempre più affievolendo. E se oggi una megastruttura come il Campania ospita, e lo fa già da alcuni anni, una rassegna di jazz di alto profilo, ecco allora che il nonluogo diventa una grande casa della musica. E se poi in questo ipotetico nonluogo avvengono altri eventi come presentazioni di libri o incontri al cinema, allora la cultura ha la capacità di incidere anche sull’architettura e sulla filosofia del luogo.
Gino Vannelli ha affrontato il concerto con il suo piglio di sempre, con la sua presenza di scena, con il carisma di un protagonista della storia del rock, di quel rock tanto antico da avere radici nel jazz. E questo lo si è percepito nel celeberrimo “Black Cars” del 1985. Le sue nere auto sembravano schizzare prorompenti tra le architetture del Campania. Ma ha avuto ancor più il sapore del jazz “I Just Wanna Stop”, altro caposaldo della sua produzione, ancor più storico, datato 1978, con il suo dolcissimo assolo di sax. “I Just Wanna Stop”, voglio fermare tutto, cantava Gino Vannelli dal palco. E il tempo si è fermato per uno come lui che è classe 1952, e si è fermato anche per un pubblico straripante che si è lasciato rapire. Insomma, un gran concerto e nessuna operazione nostalgia. Questa musica funziona, e come funziona, anche adesso.
Il concerto di Gino Vannelli è stato aperto dal trio di Daniele Scannapieco, nativo di Campagna nel Salernitano, anno di nascita 1970. Lui suona il sax tenore come pochi, interpreta il jazz che ti aspetti, quello italiano di straordinaria raffinatezza. Con lui hanno suonato Antonio Capasso all’organo Hammond e Pasquale Fiore alla batteria. Il loro breve concerto è stato la vera introduzione jazz della rassegna, un’introduzione con le giuste note, le giuste sonorità, le giuste timbriche. Si sarebbe potuto continuare per tutta la serata, ma Mr. Vannelli era già lì che scalpitava per salire sul “suo” palco. E non si poteva fermare la storia.
@EnzoBattarra
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