Capodrise. Il Palazzo delle Arti riapre ed è un successo
Luigi D’Ambra
– Un successo annunciato quello de “Il silenzio di Ophelia”, collettiva ispirata all’inquietudine femminile e visibile al Palazzo delle Arti di Capodrise fino al 22 luglio. L’evento si è aperto con un cocktail di benvenuto, con tanti ospiti istituzionali, artisti, critici, galleristi. Quindi, il talk, animato da Tina Raucci e dal curatore della mostra, Michelangelo Giovinale. Al dibattito hanno partecipato il sindaco Angelo Crescente, l’assessore alla cultura Antonella Marotta, Francesco Fraio, presidente dell’associazione “Capitrisi”, Giancarlo Pignataro, vicepresidente dell’Ordine degli architetti di Caserta, Domenico Caroprese, il dirigente del Liceo artistico di Marcianise e alcuni degli artisti in esposizione. Il vernissage è stato preceduto dalla proiezione del cortometraggio “Pianosequenza” di Alessandro Musone, nel quale gli artisti hanno raccontato esperienze di vita e svelato il rapporto con il personaggio di “Ophelia”.
Il regista, impegnato in un reportage in Grecia, ha inviato un telegramma, letto dalla figlia Rosanna. Sui titoli di coda del docufilm, a sorpresa, le luci si sono abbassate e il buio della notte è stato infranto dalle lanterne di cinque danzatrici (Paola Maria Maietta, Alessandra Delli Paoli, Mariagrazia Mezzacapo, Erminia Alfonsi e Jessica Silvestro), cinque muse che hanno occupato la scena, sulle note di “El sueño de las hadas” di Enya. Poi, è arrivata lei, Ophelia (Angelica Mangiacapra), leggera, quasi eterea, che dal piano nobile del Palazzo è scena a corte e ha condotto muse e pubblico alla scoperta di sé stessa, alla scoperta della mostra. «“Il silenzio di Ophelia” – rivela Giovinale – è un percorso espositivo di tredici artisti contemporanei (Antonella Botticelli, Pasquale Coppola, Alfredo Cordova, Anna Giordano, Agnieszka Kiersztan, Pietro Maietta, Andrea Martone, Laura Niola, Gloria Pastore, Mimmo Petrella, Carmine Posillipo, Peppino Restivo e Nicola Villano) provenienti da storie e formazioni diverse, che a Capodrise si sono incontrati, per la prima volta, con il desiderio di confrontarsi e di interrogarsi. Le opere, nelle diverse e, talvolta, distanti declinazioni, offrono una mappa di ciò che si manifesta guardando la sofferenza negli occhi». La nostra è articolata per “stati d’animo”, capaci di costruire percorsi dell’immaginario, che, nella sfera dei sentimenti femminili, cercano un punto di intersezione. L’esposizione è stata prodotta dall’associazione “Capitrisi” di Francesco Fraio, con la consulenza editoriale del giornalista e copywriter Claudio Lombardi e la collaborazione di Francesca Parisi (segretaria di produzione) e di Fabiana Maietta (fotografa di scena).
Ha come partner istituzionali l’Ordine degli architetti di Caserta, il liceo artistico “Buccini” di Marcianise, il liceo artistico “Richi Nervi” di Santa Maria Capua Vetere e il centro studi “De Gasperi” di Capodrise e gode dei patrocini del Ministero dei Beni culturali, della Giunta e del Consiglio regionale della Campania e della Provincia di Caserta. Tra gli eventi collegati, “Art work”, una sezione di Alfredo Cordova e Vittorio Vanacore con opere di giovani talenti provenienti dai vivai dei licei artistici della provincia, e “Controcampo”, un intimo reportage della fotografa Fabiana Maietta sull’arrivo degli artisti al Palazzo.
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