Caserta città regale, prossimamente reale. I meriti di Felicori e di De Luca, la scelta profetica della Nona
(Enzo Battarra) – Poche stelle a fare da tetto alla Reggia. Forse perché erano troppe a brillare sul maxipalco allestito nel primo cortile. L’orchestra e il coro erano quelli del Santa Cecilia di Roma, i cantanti lirici eccezionali e sul podio uno dei più grandi direttori d’orchestra al mondo, sir Antonio Pappano, anglo-sannita. L’esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven è stata entusiasmante. Quelle note sono rimaste nella mente delle migliaia di persone accorse ad assistere a quello che è stato un evento memorabile per la città di Caserta. Il pubblico ha tributato una lunghissima standing ovation, lasciandosi coinvolgere e trascinare dall’impeto della musica. Gli unici a essere rimasti impassibili sono stati i coloratissimi lupi, chiocciole, rane e suricati, le sculture del gruppo Cracking Art allestite nel cannocchiale. Loro sono rimasti bloccati nella plastica, ma sicuramente si sarebbero abbracciati sulle note dell’Inno alla Gioia. “Abbracciatevi, moltitudini! Questo bacio vada al mondo intero! Fratelli, sopra il cielo stellato deve abitare un padre affettuoso”. Che versi quelli di Friedrich Schiller!
Molti spunti di riflessione si sono condensati in una serata. Il primo è il ruolo del Palazzo vanvitelliano. La Reggia sa fare la Reggia e deve fare la Reggia. Sembra banale, ma non lo è. Non può essere sprecato un monumento del genere per iniziative che non siano consone a Sua Altezza Reale. Il primo merito dell’attuale superdirettore Mauro Felicori è stato quello di averlo capito subito e di averlo utilizzato subito. Il secondo merito è stato quello di aver compreso che la Reggia comunica da sola e può parlare, e sa parlare, al mondo. Questa capacità di comunicazione porta ad amplificare positività e negatività, è uno strumento straordinario di attrazione, ma può avere anche un ritorno velenoso. Pertanto, si deve sbagliare il meno possibile e il direttore della Reggia deve entrare in sintonia con i fasti vanvitelliani, deve essere altrettanto comunicatore quanto il Palazzo. Ovviamente, il Felicori-pensiero si è arricchito di tante altre valutazioni, oltre queste due che appaiono basilari.
Molti si prenderanno il merito di aver trasformato un cortile della Reggia di Caserta in una favolosa cassa armonica, di averci messo dentro un direttore che è al tempo stesso una stella internazionale ma anche un personaggio dirompente, con il suo temperamento sannita bilanciato da un selfcontrol inglese, aver installato un palco che è una meraviglia del mondo per forme e tecnologie con i diffusori acustici sospesi quasi nel vuoto, e poi aver scelto la Nona, in questo momento storico la Nona, con un’acutezza quasi profetica.
Vincenzo De Luca è un supergovernatore, anche lui consapevole di regnare su una Regione che comunica da sola e di dover essere capace di condensare nella sua figura di presidente la valenza mediatica della Reggia quanto quella di Pompei, e via dicendo. È lui che ieri è salito sul palco prendendosi i meriti e i rischi di un’operazione straordinaria. Ed è andata bene a lui e a tutti coloro che si sono prodigati per l’evento. Felicori è rimasto dietro le quinte, ma lui comunica anche quando non c’è, anche quando qualcuno sbaglia nel pronunciare il suo cognome. Lui ne sorride. Sa che questa è la sua estate, che re Carlo è lui, anche se qualcuno anni addietro lo ha registrato come Mauro all’anagrafe. Da buon regnante ha aperto le porte regali e reali, ma anche quelle virtuali, del suo Palazzo. Ha dato così a ogni visitatore, locale o non, la possibilità di vivere “un’estate da re” a Caserta, nella città della Reggia, città regale, prossimamente reale. (foto di Bruno Cristillo)
@EnzoBattarra
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