Milano, sul tavolo in enoteca tris d’assi di Tenuta Fontana
(Enzo Battarra) – Cala il suo tris d’assi a Milano l’azienda vitivinicola Tenuta Fontana, con l’aperitivo di degustazione #GoodTime proposto all’Enoteca Boscogrosso, il wine bar & restaurant di via Giacomo Watt 14, in zona Navigli. Nell’accogliente e funzionale locale, punto di riferimento dell’enologia lombarda, protagonisti sono stati l’Asprinio, l’Aglianico e il Falerno del Massico prodotti dall’azienda con doppia sede in Campania, a Pietrelcina nel Sannio e a Carinaro in Terra di Lavoro. I tre vini sono stati naturalmente accompagnati dai piatti prelibati e appropriati dell’Enoteca Boscogrosso. L’incontro enogastronomico ha permesso ai partecipanti di vivere un’esperienza sensoriale unica, alla scoperta dei sapori inconfondibili dei vini di Tenuta Fontana, la cui mission è produrre vini di alta qualità portando l’eccellenza dalla vigna alla tavola. L’azienda coniuga tradizione, modernità ed innovazione con un costante impegno rivolto al progresso.
Principe della serata il Civico 44, l’Asprinio di Aversa, classico bianco campano. E’ un vino dal colore giallo paglierino caratterizzato da un sapore fruttato e floreale che declina notevole sapidità e un sentore classico di mela annurca. La sua particolarità nasce dalla metodologia di produzione: infatti vengono utilizzate uve coltivate con il sistema dell’alberata, viti che arrivano a 9 metri di altezza. Esalta il sapore della pizza e delle torte rustiche così come dei formaggi, in particolare della mozzarella di bufala.
Altro vino sovrano è stato il Civico 28, l’Aglianico del Sannio, un gran rosso da tavola, frutto della migliore tradizione campana. Sapientemente prodotto con le più pregiate uve è ideale per accompagnare tutto il pasto, ma dà il meglio di sé con pietanze a base di carni e formaggi. Dal colore rosso rubino è un vino morbido e sapido con gradevoli note balsamiche.
In tavola anche il Civico 32, il Falerno del Massico, affinato in barrique per 12 mesi, dal colore intenso, quasi impenetrabile, nello splendore di rari equilibri, robusto e agile nel bicchiere, morbido e severo, declina prugna, mora matura, ma non dolciastra. Il finale persistente corre tra liquirizia e un velo di cenere.
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