Nasce AmaRè, il liquore della Reggia targato Andrea Petrone
– “Noi siamo una Reggia del mondo, non siamo di Caserta, neanche della Campania, neanche dell’Italia, perché siamo un bene Unesco. Però mi piace l’idea che la Reggia cresca con il suo territorio. E sono stato molto contento quando la gara per produrre il primo liquore realizzato con le erbe del Real Giardino Inglese del Parco della Reggia di Caserta è stata vinta dall’azienda liquoristica casertana Antica Distilleria Petrone, che fa degli ottimi prodotti”. Questo è il Felicori-pensiero espresso in occasione della presentazione ufficiale di AmaRè, L’appuntamento con la stampa era presso la Casa del Giardiniere di Corte, nel Giardino Inglese della Reggia.
Alla conferenza stampa, moderata dal giornalista de Il Mattino Luciano Pignataro, sono intervenuti, oltre al direttore della Reggia Mauro Felicori, l’amministratore della distilleria Andrea Petrone, l’amministratore Yeb!srl e già direttore generale MIPAAf Laura La Torre e la docente di Museologia presso l’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli” Nadia Barrella. Proprio quest’ultima ha collegato la sua idea di museo alle scelte di Mauro Felicori: “Il museo è anche uno spazio di conservazione perché è questa la sua funzione principale, ma è soprattutto un servizio, uno strumento di valorizzazione del territorio. E un museo è uno spazio per un racconto che comincia all’interno e poi deve necessariamente andare fuori, valorizzando non solo gli oggetti, ma anche quella che è l’eredità culturale di un territorio”.
È toccato ad Andrea Petrone illustrare il perché di un nome: “AmaRè ha una doppia valenza, è l’amaro del re, ma significa anche amare il territorio, amare la Campania, amare la Reggia di Caserta”. E ha aggiunto: “Nasce dall’infusione di erbe ed essenze del Giardino Inglese, come canfora, citronella, arancia amara, camelia, cicoria, finocchietto, bacche di mirto, ulivo, bergamotto e limoni”.
AmaRè è quindi il primo e unico “amaro della Reggia”, ma mira anche a imporsi come l’amaro per eccellenza della Campania, una regione che non ha nella categoria un prodotto-simbolo.
L’avviso pubblico vinto dall’azienda capitanata da Andrea Petrone che consente di utilizzare in esclusiva per quattro anni il pregiato marchio Reggia di Caserta. L’idea di abbinare il nome del complesso vanvitelliano a un amaro si deve al direttore della Reggia Mauro Felicori, grande estimatore delle produzioni agroalimentari di qualità.
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