Pandemia e questione medica, il parere di Erminia Bottiglieri
– Prende posizione sulla “Questione Medica” la presidente dell’Ordine dei Medici di Caserta Erminia Bottiglieri. Questa la sua dichiarazione: «Dopo oltre un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria è tempo di fare qualche riflessione non solo sul numero dei contagi e sulla campagna vaccinale, ma anche sull’aspetto umano e relazionale. Aspetti che, a mio avviso, sono stati profondamente modificati dalle condizioni che abbiamo e stiamo ancora vivendo, dalla paura della malattia in contrasto con la voglia di libertà, dall’incertezza del domani. Ognuno di noi (professionisti sanitari e cittadini) ha dovuto modificare profondamente le proprie abitudini personali e lavorative. Il nostro modo di lavorare è stato stravolto dalla necessità di mantenere il distanziamento, per evitare il contagio. Tutto ciò ha avuto ripercussioni sullo stato psicologico, come ci dicono gli esperti, ma come verifichiamo anche personalmente nella pratica quotidiana. Gli animi sono tesi, la pazienza è esaurita, non vogliamo più accettare e rispettare le regole, insomma c’è ribellione. Tutto ciò si riflette e pesa come un macigno sulla relazione medico-paziente, sull’alleanza terapeutica che dovrebbe caratterizzare il nostro lavoro, sul linguaggio da utilizzare, insomma su aspetti che già da qualche anno erano in profonda crisi.
In questo contesto si inserisce la FNOMCeO con il presidente Filippo Anelli che riprende il problema (mai abbandonato) della “Questione Medica” e che ha aperto una interlocuzione con il Governo inviando una lettera-manifesto al ministro della Salute Roberto Speranza: “Un diverso modo di intendere il sistema salute e, al suo interno e nel suo epicentro, il ruolo del medico e degli altri professionisti sanitari. Una vera e propria rivoluzione copernicana della sanità, che metta al centro non i pareggi di bilancio, da perseguire in maniera ragionieristica, ma gli obiettivi di salute, i professionisti e i cittadini. Che non consideri gli operatori come prestatori d’opera, cui chiedere servizi al ribasso, ma come il cuore e il cervello del sistema di cure, modificandone l’attuale governance. Che garantisca la loro autonomia, la loro indipendenza, la loro responsabilità come sigilli della qualità delle cure”.
Noi tutti Professionisti della Sanità dobbiamo avere un ruolo centrale nei percorsi organizzativi-gestionali del sistema salute, dobbiamo essere interlocutori costanti nei confronti di chi decide se vogliamo veramente che il nostro territorio, i nostri ospedali possano essere efficienti, se vogliamo recuperare la fiducia e il dialogo con i cittadini. Solo chi è in trincea può sapere quali sono le richieste di salute dei cittadini perché i medici, nonostante siano stati costretti a tanta burocrazia, continuano con orgoglio e sempre a testa alta ad esercitare la Professione.
La stretta collaborazione fra Medici e Governo centrale/periferico può garantire un ulteriore passo avanti della sanità della nostra Italia».
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