Binge watching, il fenomeno della grande abbuffata di serie tv
Nicla Mercurio*
– Gli appassionati di serie tv conoscono bene le lunghe e strazianti attese dettate dai tempi del palinsesto televisivo tradizionale: conclusosi l’episodio della settimana con il classico colpo di scena, il diligente spettatore viene lasciato ad arrovellarsi il cervello per sette giorni – o mesi, nel caso di un finale di stagione – fra le più svariate teorie sul seguito della vicenda. E se la rete dovesse decidere di cancellare la serie? Stando alla legge dei bassi ascolti, è un’eventualità da tenere in considerazione. Questi tempi potrebbero però essere presto un ricordo, ancora una volta grazie all’innovazione tecnologica e digitale.
Verso la fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000, cofanetti dvd e siti di streaming avevano timidamente cercato di ovviare al problema – l’intera stagione del telefilm in questione doveva già essere stata trasmessa in chiaro –, ma a cambiare le carte in tavola ci pensa Netflix. Sbarcato in Italia nel 2015, più tardi che in altri paesi, il famoso online network a pagamento rende disponibili contemporaneamente tutti gli episodi di serie anche inedite, che si possono guardare senza sosta, per ore ed ore.
Da qui, l’affermarsi massiccio della pratica del binge watching, cioè l’abbuffata di programmi e telefilm. Si tratta di un’espressione composta da binge (= gozzoviglia, abbuffata) e watching (= visione), che trova le sue radici nella lingua inglese dell’Ottocento, quando il termine binge era impiegato per indicare l’abuso di alcolici. Successivamente cominciò ad essere usato in riferimento a disturbi di alimentazione incontrollata, sempre, quindi, con una connotazione negativa.
Dal verbo inglese to binge-watch, eletto dal Collins English Dictionary Word of the Year 2015, deriva il francese binge-watcher, che non è ancora apparso nei dizionari ma è di uso sempre più frequente. Per quanto riguarda la lingua italiana, binge watching è stato attestato come neologismo nel 2013 dal Vocabolario Treccani. Nella definizione viene riportata la traduzione di Marta Serafini (Corriere.it) “maratona televisiva”, espressione più neutrale e per questo preferita dai binge watchers.
Mentre studiosi e critici si interrogano su cause ed effetti della scorpacciata televisiva (se ne ha bisogno perché la qualità delle serie è migliorata o la pratica è collegata a depressione e solitudine? Il binge watching permette allo spettatore di avere una visione più completa della trama, o al contrario, ne disturba la comprensione. Il fenomeno stesso si sta evolvendo nel binge racing, la “gara d’abbuffata”, che consiste nel divorare una nuova stagione in ventiquattro ore dalla sua uscita. E Netflix assume binge watchers professionisti…
*Dottorato in Eurolinguaggi e Terminologie Specialistiche – Università degli Studi di Napoli “Parthenope”
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