Borders, l’arte di Italo Mustone al Museo Calatia di Maddaloni

Borders, l’arte di Italo Mustone al Museo Calatia di Maddaloni

Redazione

Il Direttore del Museo Archeologico Calatia di Maddaloni Antonio Salerno ha inaugurato ieri, negli
spazi espositivi del museo la personale di Italo Mustone “Borders” a cura di Francesco Creta, erano
presenti, oltre all’artista e al curatore, il critico d’arte Enzo Battarra, assessore alla cultura del Comune di
Caserta, il direttore del Museo Arcos di Benevento e numerosi appassionati d’arte contemporanea.
La mostra, allestita con gusto, si sviluppa su una triplice visione che emerge dall’ambiguità semantica
della parola borders in inglese. La prima idea è quella di border inteso come frontiera, infatti l’artista
nella sua produzione più recente ha scelto la forma circolare del telaio che diviene in questo modo
metafora del mondo contemporaneo; la frontiera non è quindi vista come luogo di separazione ma
come spazio in cui il colore si amalgama rappresentando la possibile unione e commistione delle
popolazioni.
Secondo spunto di riflessione è il border come limite, un limite che l’uomo moderno dovrebbe
comprendere e assimilare nel suo rapporto con il paesaggio: infatti la dinamica di transitorietà della vita
umana nella produzione degli anni ‘90 di Mustone si scontra con la persistenza del nostro intervento sul
paesaggio naturale. Le vedute, realizzate ormai trent’anni fa, evocano atmosfere distopiche in cui
l’elemento naturale scompare sottomesso al progresso industriale, interrogando il fruitore sui limiti da
non superare e sulla necessità di porci in armonia con il nostro contesto naturale e storico.
L’ultimo border è il bordo della tela, spazio di analisi di molti artisti della contemporaneità, ricerca del
superamento della dimensione bidimensionale dell’opera pittorica; qui le sagome di Mustone diventano
moderni pittogrammi preistorici, che si mescolano in impasti di colore perdendo la loro forma
originaria e mutando la propria identità in una visione sempre più spersonalizzata divenendo precisa
rappresentazione delle teorie della “società liquida”. Questa, come teorizzato da Zygmunt Baumann,
indica una “concezione sociologica che considera l’esperienza individuale e le relazioni sociali segnate
da caratteristiche e strutture che si vanno decomponendo e ricomponendo rapidamente, in modo
vacillante e incerto, fluido e volatile.”, come segnalato dalla Treccani.
La mostra, oltre ad evidenziare aspetti ben delineati della produzione dell’artista, propone un dialogo tra
l’antico e il contemporaneo, settori spesso considerati inconciliabili ma che molto spesso presentano
linguaggi comuni.
Italo Mustone nasce a Trevico (AV), vive e lavora a Benevento, nella sua carriera ha esposto in
importanti mostre in Italia e all’estero: Sharjah Art Museum Emirati Arabi; “Inchiostro indelebile”
MACRO Museo d’Arte Contemporanea – Roma; “ECHOITALIA” Montreal (Canada); “Hexen
Streghe” – ZLB Berlino; Istituto Italiano Di Cultura – Vienna; “Mount Vesuvius” Galleria Nuvole Arte
Contemporanea – Montesarchio (BN); “Inchiostro indelebile” Galleria La Recoleta, Buenos Ares
(Argentina); “Divina Commedia” ARCOS Museo Arte Contemporanea – Benevento; Collezione Zani –

Museo di Como; Dal Pozzo Arte Contemporanea – Alba; Inoltre le sue opere sono presenti in
collezione presso: Zentral-und Landesbibliothek di Berlino; Istituto Italiano di Cultura – Vienna;
Collezione Zani – Como; Museo MUSPAC di Arte Contemporanea – L’Aquila; Archivio Storico
Esposizione Quadriennale di Roma; Archivio Storico Esposizione delle Arti Contemporanee Della
Biennale di Venezia.

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