Italiano e dialetto napoletano, l’incontro è al Musap di Napoli

Italiano e dialetto napoletano, l’incontro è al Musap di Napoli

Redazione – Dialetto e letteratura. È questo il quinto capitolo del ciclo di “Incontri sul dialetto” curati dal Comitato per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano e organizzati dalla Fondazione Campania dei Festival diretta da Ruggero Cappuccio.
Lunedì prossimo 18 marzo alle 16 al MUSAP – Fondazione Circolo Artistico Politecnico ETS di piazza Trieste e Trento a Napoli (Palazzo Zapata), Cristiana Di Bonito e Patricia Bianchi, docenti dell’Università Federico II di Napoli, e il poeta Raffaele Pisani tracceranno insieme il percorso, ancora oggi più che mai vivo, del legame tra letteratura in italiano e letteratura in dialetto. Un corpo unico che affonda le sue radici nel plurilinguismo costitutivo della nostra tradizione letteraria. Attraverso un racconto appassionato e appassionante, si prenderà in esame il famoso saggio di Benedetto Croce dedicato al dialetto “riflesso” per approdare, sulle ali della nuova vitalità della letteratura dialettale dopo l’Unità d’Italia, a Salvatore Di Giacomo, capace di conferire alla poesia napoletana temi e prospettive di dimensione europea. SI potrà così smentire il pregiudizio, diffuso ancora oggi tra lettori e critica meno avvertiti, di chi cataloga gli autori dialettali come minori. Un errore evidente, non solo alla luce dei tanti personaggi del passato che hanno un posto di grande rilievo nella storia letteraria del nostro Paese, ma anche dei numerosi poeti contemporanei che fanno uso del dialetto con significativa qualità espressiva. Tra questi c’è sicuramente Raffaele Pisani che, nel corso dell’appuntamento di lunedì al MUSAP, racconterà l’incontro con E.A. Mario, il famoso autore di canzoni immortali come “Tammurriata nera”, e tante altre curiosità sulla sua “geografia poetica”, come da felice definizione del professor Nicola De Blasi. Una produzione, quella di Pisani, che parte dalla prima pubblicazione datata 1961 e, dopo 31 raccolte, sta per arricchirsi con la traduzione, in corso di stampa, dei “Promessi Sposi” in sonetti napoletani. Un’opera messa già in scena, con musica di Antonio Colonna, al Conservatorio di San Pietro a Majella.

Il programma dell’intero ciclo di incontri, che si terranno fino al 27 maggio nello stesso luogo e alla stessa ora, è disponibile sul sito della Fondazione Campania dei Festival.

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