Partono anche dal Casertano i fujenti della Madonna dell’Arco
(Augusto Ferraiuolo) Come spesso accade nella tradizione, festività laiche si sovrappongono o si succedono alle festività religiose. Il caso più evidente è il lunedì in Albis, dove è costume in tutto il paese trascorrerlo “fuori porta” con scampagnate e picnic. Questo giorno è considerato festivo solo dall’immediato dopoguerra, è altrettanto vero che la tradizione quindi rientra nella particolare categoria di “invenzione del folklore”, come direbbe Eric Hobsbawm.
Una storia più lunga è invece quella del pellegrinaggio verso la Madonna dell’Arco, in Sant’Anastasia, che vede coinvolti fedeli provenienti da tutta la regione. Il pellegrinaggio è parte integrante dei festeggiamenti per ricordare il miracolo del 1450. Durante una partita a pallamaglio (antesignano dell’hockey), un uomo scagliò la palla contro il quadro della Madonna, che miracolosamente cominciò a sanguinare.
In provincia di Caserta questa festa è molto sentita: molti fedeli si recano a piedi, nella tradizionale divisa bianca, con fasce blue rosse, al santuario. Sono i cosiddetti fujenti. In particolare provengono dalla zona di Grazzanise, di Macerata Campania, Marcianise e dintorni, ma tutta la provincia è coinvolta. Frequenti sono anche i pellegrinaggi sul particolare carro chiamato sciaraballo, ornato di palme. Non è facile vedere oggi come oggi una particolare forma di ex voto costituita da un enorme quadro, portato a spalla dai fedeli, chiamato localmente “tosello”. È interessante notare che a questa festa sono collegate le prime tammurriate dell’anno, che si ballano sui carri o sul sagrato della chiesa. La tammurriata è un istituto folklorico di straordinario interesse proprio perché rappresenta un esempio di religiosità popolare: non va vista infatti come performance secolare ma anche, e soprattutto, come preghiera.
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