Permacultura, la ricerca di un nuovo equilibrio con l’ambiente

Permacultura, la ricerca di un nuovo equilibrio con l’ambiente

Cristina Carraturo*

-Le esigenze umane e l’ecosistema terrestre sono davvero incompatibili? L’antropocene e il sistema produttivo contemporaneo mostrano oggi i propri limiti e ci pongono dinanzi alla più grande crisi che l’uomo moderno si sia trovato ad affrontare tra catastrofi naturali, epidemie, carenza di risorse e uno scenario di devastazione, inimmaginabile qualche secolo fa. Un cambiamento di rotta, che salvaguardi le esigenze del Pianeta e garantisca anche il benessere dell’uomo, è possibile soltanto immaginando e realizzando un nuovo modo di abitare il pianeta.

Uno dei modelli, alquanto rivoluzionario, che potrebbe realisticamente cambiare il futuro dell’umanità è rappresentato dalla Permacultura. Si tratta di un sistema integrato, sostenibile e resiliente di progettazione e conservazione consapevole ed etica del territorio. Ha l’obiettivo di far convivere armoniosamente l’uomo con gli altri elementi, attraverso l’uso stesso dei processi spontanei (ri)generativi e autoregolatori dei sistemi naturali. Utilizzando le pratiche della permacultura si possono progettare insediamenti duraturi, molto vicini agli ecosistemi naturali, attraverso il riconoscimento, l’utilizzo e l’armonizzazione di tutte le componenti del paesaggio – dalla morfologia al clima passando per il terreno, l’acqua, la flora e la fauna – favorendo, in tal modo, rapporti di sinergia tra l’ambiente e l’uomo.

In permacultura l’uomo organizza armoniosamente i processi naturali per produrre facilmente e abbondantemente cibo di qualità, acqua, zero rifiuti, habitat, energia e altri bisogni materiali e immateriali; per riforestare massicciamente, e con ciò riabilitare e rigenerare la biodiversità, l’aria e l’acqua, la sicurezza, gli ecosistemi e il clima, vale a dire, in sintesi, la capacità della Terra di sostenere la vita.  Il risultato è un ambiente equilibrato, sostenibile nel tempo, con bassi costi di manutenzione e di gran valore estetico, in cui l’uomo abbandona l’approccio predatorio e parassitario per costruire un nuovo equilibrio con l’ambiente che lo ospita. Quando e come è sorto questo metodo? Il neologismo permacultura è coniato in lingua inglese dagli australiani Bill Mollison e David Holmgren e si afferma come parola macedonia originariamente derivante dalla fusione di permanent agriculture, espressione adoperata più di un secolo fa (1911) da Franklin Hiram King nel volume Farmers of Forty Centuries: Or Permanent Agriculture in China, Korea and Japan. In questo testo l’autore definisce l’agricoltura permanente un sistema agricolo che si può sostenere per un tempo illimitato, ottimizzando le risorse che l’ecosistema socio-agricolo offre naturalmente.

Il dibattito culturale, che si avvia nei decenni successivi, vede l’emergere di studi e libri sul tema, tra cui il più noto è: La rivoluzione del filo di paglia del filosofo e botanico giapponese Masanobu Fukuoka, pubblicato nel 1975, tradotto in inglese nel 1978 e in almeno 25 lingue (in italiano nel 1980). Considerato un best seller di grande valore letterario, poetico, filosofico, oltre che pratico, il libro ha reso Fukuoka una guida a livello internazionale nel campo dell’agricoltura sostenibile, divenendo fonte d’ispirazione per altri studiosi. Nello stesso decennio e, in particolare nel biennio 1974-1975, lo scienziato e professore universitario Bill Mollison – che aveva iniziato a concepire e ad annotare già dal 1959 la sua idea originale di permacultura – e David Holmgren, studente della Scuola di Design Ambientale del Tasmanian College of Environmental Education, misero a punto e svilupparono insieme un quadro per un sistema agricolo sostenibile, basato su una multi-coltura di alberi perenni, arbusti, erbacee (verdure, legumi e “erbacce”), funghi e tuberi, realizzando un orto ricco di specie diverse.

Questa ricerca sperimentale, a cui seguì la concettualizzazione dei principi della permacultura, culminò nella pubblicazione nel 1978 del testo intitolato appunto Permaculture One, a perennial agricultural system for human settlements (Permacoltura – Un’agricoltura perenne per gli insediamenti umani,Libreria Editrice Fiorentina, 1992). A questo seguì, l’anno successivo, Permaculture Two: Practical Design for Town and Country in Permanent Agriculture, con il quale si ampliava ulteriormente il metodo, comprendendo la progettazione di intere comunità.

La peculiarità e l’innovazione che contraddistinguevano il lavoro di Mollison e Holmgren da altre proposte di metodi agricoli alternativi, era l’enfasi sull’integrazione di tutte le componenti di un insediamento umano – costruzione di edifici, pianificazione del sito, gestione delle acque e dell’energia e gestione della comunità – con la coltivazione di piante per cibo o altre materie prime.

Proprio nel 1979 Mollison rinunciò all’incarico di professore, che deteneva dal 1968 presso l’Università della Tasmania, dove, tra l’altro, aveva sviluppato l’unità di Psicologia ambientale, per dedicare il suo impegno a convincere la gente a costruire buoni sistemi biologici e lui stesso progettò alcune proprietà, sulla base dei principi della permacultura.

Sempre nel 1979 il primo Istituto di Permacultura, che Mollison contribuì a fondare e ad avviare, aprì le sue porte e vide nel 1981 diplomarsi i primi studenti del corso di design della permacultura (PDC), i quali iniziarono a progettare, nelle loro rispettive comunità in Australia, sistemi fondati su queste pratiche, diffondendone, in tal modo, la filosofia. Nel dicembre dello stesso anno il libro Permaculture One ha ricevuto a Stoccolma il Premio Nobel alternativo della Right Livelihood Foundation e nel 1987 Mollison, considerato il co-fondatore e padre della permacultura, ha tenuto il primo corso di PDC in India, inaugurando una stagione di diffusione del metodo. Entro il 2011 ci sono stati oltre 300.000 laureati in PDC, che praticano e insegnano in tutto il mondo e hanno favorito la nascita di numerose scuole e accademie di permacultura, tra cui quella italiana fondata nel 2006. Nel tempo si sono susseguiti diversi altri contributi, che hanno arricchito e approfondito il metodo arricchendo la definizione di Mollison di nuove sfumature.

“La permacultura è un sistema di progettazione per realizzare e gestire una società sostenibile, e allo stesso tempo un sistema di riferimento etico-filosofico ed un approccio pratico alla vita quotidiana: in essenza, la permacultura è ecologia applicata”. Il neologismo così definito si è evoluto nel tempo ed è entrato a far parte di un vasto campo semantico che abbraccia l’agricoltura, la politica economica e produttiva, la sostenibilità ambientale e, in generale, tutti i discorsi legati al rapporto dell’uomo con l’ambiente.

L’evoluzione del concetto, espresso dal termine Permacultura, viene esplicitamente puntualizzata nel libro Introduction to Permaculture, di Bill Mollison e Reny Mia Slay del 1991 (Introduzione alla Permacultura, Terra Nuova Edizioni, 2007), in cui il termine permacultura si arricchisce del significato di cultura permanente e si allarga all’uomo, all’etica ambientale e produttiva, alla pianificazione del presente per salvaguardare il futuro. È in questa prospettiva che oggi si parla anche di permacultura umana in senso ampio: una teoria che sprona l’uomo alla ricerca di modelli alternativi, come le città in transizione, la permacultura sociale e urbana e lo proietta verso un futuro più sostenibile ed equo.

*University of Naples “Parthenope”

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Maria Beatrice Crisci
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Mi occupo di comunicazione, uffici stampa e pubbliche relazioni, in particolare per i rapporti con le testate giornalistiche (carta stampata, tv, radio e web).Sono giornalista professionista, responsabile della comunicazione per l'Ordine dei Commercialisti e l'Ordine dei Medici di Caserta. Collaboratrice de Il Mattino. Ho seguito come addetto stampa numerose manifestazioni e rassegne di livello nazionale e territoriale. Inoltre, mi piace sottolineare la mia esperienza, più che ventennale, nel mondo dell'informazione televisiva, come responsabile della redazione giornalistica di TelePrima, speaker e autrice di diversi programmi. Grazie al lavoro televisivo ho acquisito anche esperienza nelle tecniche di ripresa e di montaggio video, che mi hanno permesso di realizzare servizi, videoclip e spot pubblicitari visibili sulla mia pagina youtube. Come art promoter seguo alcune gallerie d'arte e collaboro con alcuni istituti scolastici in qualità di esperta esterna per i Laboratori di giornalismo. Nel 2009 ho vinto il premio giornalistico Città di Salerno.

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