Un anno senza Mafonso, l’artista che ha unito Caserta a Roma
– Oggi alle 18 la messa nella chiesa di San Bartolomeo Apostolo al Parco Cerasola di Caserta a un anno dalla scomparsa dell’artista Mafonso. “Uno spirito libero, questo era Mafonso”. Scriveva sul Mattino Enzo Battarra: “Un artista amico di tutti, ma sempre fiero della sua indipendenza dalle correnti, dalle mode, dalle consuetudini. Il suo travolgente ottimismo velato sempre di malinconia è andato via con lui. Ma si sa, ogni artista è immortale. Le opere vivono a perenne memoria, sono capaci di rendere presente anche chi non c’è più”.
La sua vita è stata dedicata all’arte. Mafonso, all’anagrafe Alfonso Marino, era nato nel 1948 a Frattaminore, ma in realtà ha vissuto sempre a Caserta, tranne una parentesi giovanile negli anni Settanta che lo ha visto formarsi a Roma. Qui frequentò gli artisti di piazza del Popolo, la Scuola romana di Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa. Ed espose per la prima volta nel 1976 alla galleria Agenzia d’Arte Moderna di Paolo Sprovieri. Sempre nella Capitale fondò pure il gruppo Cosa Mentale.
Ma a partire dagli anni Ottanta iniziò a vivere stabilmente a Caserta. Proprio in quel decennio diventò un fenomeno nazionale, celebrato sulle riviste di settore, con esposizioni in importanti fiere europee, in musei prestigiosi, in gallerie accorsate. Ma questo non incise mai sul suo mite e docile carattere. Soprattutto non si modificò mai il suo rapporto con Caserta, dove ha continuato sempre a lavorare realizzando i suoi dipinti e le sue sculture spesso presentati in esposizioni personali e collettive cittadine. Storica la sua collaborazione con il gallerista casertano Massimo De Simone, con il quale realizzò importanti progetti. Ma molto stretto rimase anche il rapporto con lo Studio Soligo di Roma. Poi, dal 1991 Mafonso aveva sostenuto il percorso di gallerista intrapreso dal fratello Angelo Marino, venuto a mancare poco più di un anno fa a causa della stessa dolorosa malattia.
Resterà nella memoria dei casertani «Plus Ultra», la grande vela dipinta, alta dodici metri, che Mafonso installò nel 2001 davanti alla Reggia. Ed è tuttora visitabile la sua scultura pubblica in acciaio a Capua. Una sua opera, inoltre, è nella collezione permanente del Madre, il Museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli.
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