Grazie, coach! Romano Piccolo lascia un’eredità di racconti
-È stato un vagabondo nella città. Ma un vagabondo culturale, un curioso della vita, un uomo innamorato della sua Caserta, amato dai suoi concittadini. Viaggiatore instancabile tra le storie che la città proponeva. Tale era Romano Piccolo, attivissimo fino a qualche giorno fa, fino a quando una sorte improvvisa e dolorosa ha privato la comunità casertana di un suo nume tutelare. E Caserta lo piange perché già mancano a tutti i suoi sorrisi, le sue battute sarcastiche, i suoi racconti.
È stato atleta di primo piano. Poi come allenatore di basket è stato giustamente severo, chiedendo sempre il massimo ai suoi atleti, anche quando erano alle loro prime esperienze cestistiche adolescenziali. E otteneva il massimo, collezionando soddisfazioni e tributi di stima. E stimato era anche come giornalista sportivo. Grazie anche ai suoi articoli il basket era diventato una religione a Caserta. Ondawebtv ha avuto l’onore di averlo come commentatore delle vicende cestistiche con la rubrica «Rifletto, ergo sum».
Ma in un’età ormai matura aveva iniziato le narrazioni cittadine, raccontando la sua Caserta, quella che aveva imparato a conoscere in tutte le sue dinamiche sociali. Nel 2014 aveva pubblicato il suo primo significativo libro su sessant’anni di personaggi e fatti del basket casertano. Era «La città a spicchi», era la Caserta della Reggia del basket. A fine 2016 la pubblicazione di «Racconti da Caserta… Persone, luoghi, avvenimenti e curiosità dal dopoguerra a oggi». L’anno successivo «Il vagabondo, memorie di luoghi e personaggi casertani». Insomma, una trilogia dedicata alla città vanvitelliana.
Questa la rinascita di Caserta a partire dagli anni Sessanta narrata da Romano Piccolo: «È una città che dopo la guerra, i lutti, la paura e la tanta fame accumulata, tentava di tornare a vivere attraverso l’amicizia, l’aggregazione e la risata collettiva. La Caserta di cui parlo io è quella semplice, della gente che l’ha abitata e dei cambiamenti che ha vissuto per oltre la metà del XX secolo e fino ai giorni nostri».
I racconti privati di Romano Piccolo si sono via via mescolati alle evidenze cittadine, mostrando la sua capacità di toccare vari filoni e argomenti, dallo sport alle spigolature di vita quotidiana, ai grandi eventi culturali, ai luoghi della storia e della tradizione, all’ospitalità di ristoranti e bar, alla nascita delle tv private. Restano ora, a parte i tanti ricordi personali, questi suoi libri, utili perché svelano testimonianze e avvenimenti di un’epoca che non è entrata nelle fonti storiche e che non si è potuta avvalere della veicolazione dei social media. Quel vagabondo di Romano Piccolo ha testimoniato l’evoluzione di Caserta, non solo città a spicchi, ma anche scrigno di memorie.
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