«I Compitali», gli antichi festeggiamenti religiosi di gennaio
-Risalgono agli inizi del mese di gennaio i compitali, festeggiamenti religiosi di età romana, che venivano celebrati anche presso l’antica Capua e il restante comprensorio della Campania Felix.
La loro ricorrenza, che avveniva una volta l’anno, era strettamente connessa ai Lares Compitales, cioè alle divinità protettrici della famiglia, ma pure degli incroci stradali. In corrispondenza dei crocicchi venivano, difatti, edificati in loro onore dei piccoli tempi. Il termine compitalia deriva da comptium, che sta a significare bivio o incrocio, e la stessa parola veniva impiegata per individuare la suddetta edicola sacra.
L’origine di tale festività, stando alle tradizioni, risulta essere molto antica, addirittura risalirebbe al tempo del quinto re di Roma, Tarquinio Prisco, e deriverebbe da un miracolo che avvenne nel giorno della nascita del sesto sovrano, Servio Tullio, a sua volta fatto passare per il figlio di un Lare familiaris. Nel corso delle celebrazioni, che duravano più giorni, ogni famiglia metteva fuori la propria abitazione una statuetta della dea Mania che, secondo la mitologia romana, era una personificazione della Follia. Al contempo, era considerata una divinità della morte, preposta al governo dell’oltretomba e impegnata nel dar tormento agli spiriti colpevoli in modo da non conceder loro nessuna tregua per il resto dell’eternità. Era, inoltre, consuetudine appendere fuori casa dei pupazzi di lana aventi le fattezze umane; anche agli schiavi era data questa opportunità, ma a loro era concesso soltanto fissare dei semplici panni di vello. All’organizzazione ed alla gestione delle celebrazioni erano preposti i Magistrati vici che, per l’occasione, indossavano la toga praetexta. Di color porpora, veniva portata dai giovani romani liberi quando partecipavano a eventi formali; da tutti gli esponenti, sia religiosi sia civili, che svolgevano il compito di Magistrati Curuli; gli ex appartenenti a quest’ultima categoria e i Dictatores nel corso di alcune solennità, ma anche quando venivano sepolti; tutti gli antichi re di Roma; poi, tutte le persone meritevoli in segno di onore.
Oltre la particolarità della toga indossata, la ricorrenza dei compitali si caratterizzava anche per lo svolgimento di giochi pubblici, introdotti durante l’epoca repubblicana. Dopo le guerre civili, tale festività non venne più tenuta in debito conto; con Augusto venne ripristinata e riammodernata; difatti, ai Lares Compitales aggiunse il Genius Augusti, ritenuta divinità protettrice del popolo. In merito, nei crocicchi vennero innalzati tempietti in suo onore. Vennero, infine, istituiti i Magistri Vicorum, a cui venne affidato il compito di soprintendere i compitalia, in sostituzione del collegio sacerdotale che precedentemente ne accudiva il culto.
Luigi Fusco – Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.
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