Le dame, i cavallier, l’armi, gli amori. Ecco la Capua medievale
– Persistono nella città di Capua diverse testimonianze della stabile presenza o del solo passaggio di alcuni ordini cavallereschi e dei crociati durante l’età medievale. La maggior parte di questi risiedevano nell’area dell’attuale Corso Gran Priorato di Malta, poiché il suo tratto si innestava con quello dell’antica via Francigena: strada percorsa dai pellegrini in viaggio verso la Terra Santa. Secondo la tradizione, lungo quest’arteria vi era la domus dell’Ordine dei Gerosolomitani, la cui funzione era destinata all’ospitalità per le milizie dei crociati, diretti a Gerusalemme per liberarla dai musulmani, e per i tanti viandanti che avevano fatto della propria esistenza un instancabile cammino di fede da concludersi al cospetto del Santo Sepolcro. A tale edificio era poi annessa una chiesa, intitolata a San Giovanni de’ Landepaldi, al cui interno vi erano le sepolture di molti esponenti dell’aristocrazia militare di origine longobarda.
Queste due fabbriche gerosolomitane sono andate distrutte in epoca ignota, in compenso sullo stesso Corso Gran Priorato sono visibili i resti di altre architetture coeve.
Noti anche come Ospedalieri, i Gerosolomitani di Capua erano considerati tra i cavalieri più ricchi e potenti d’Europa. La loro potestà giurisdizionale veniva esercitata anche in territori posti a migliaia di chilometri dalla loro domus. Tra proprietà terriere, campagne date in enfiteusi e attività di import ed export, i Gerosolomitani acquisirono, nel tempo, maggiore autorevolezza, tanto che, nel Trecento, in virtù dei servigi economici prestati alla corona angioina di Napoli, entrarono a far parte del parlamento del regno.
Oltre loro, nella medesima cittadina capuana, tra XII e XIII secolo, erano presenti anche altri ordini cavallereschi di tipo religioso-militare, anche essi impegnati in attività ospedaliere. Fra questi, vi erano i Cavalieri di San Giacomo, i Templari di San Terenziano e i Teutonici. Tutti i componenti di qualsiasi cavalierato vivevano in comunità, offrendo la propria opera di carità corporale in favore dei poveri, degli ammalati e dei viandanti, testimoniando, al contempo, la propria fede anche attraverso le pratiche liturgiche, in modo da garantire, eventualmente ve ne fosse bisogno, i sacramenti dell’estrema unzione ai pellegrini in fin di vita.
Luigi Fusco– Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.
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